Infermieri ostaggi. Politica e aziende ignorano le esigenze dei professionisti
La situazione degli infermieri in Italia è preoccupante. Molti colleghi si sentono come schiavi, costretti a lavorare in condizioni precarie e senza alcun rispetto per i loro diritti.
La politica e le aziende sanitarie sembrano non avere alcun interesse nel migliorare la situazione. Tuttavia, il governo potrebbe intervenire per risolvere questo problema. Gli infermieri hanno bisogno di maggiori protezioni e diritti, come i cambi compensativi.
Le
Aziende sanitarie in Emilia Romagna
continuano a negare i cambi compensativi ai professionisti sanitari,
con arroganza e indifferenza. Questo atteggiamento, sostenuto
dall’indifferenza
politica e da alcuni sindacati, sta portando molti lavoratori ad
abbandonare la professione.
I cambi compensativi sono un’ottima soluzione per conciliare le esigenze personali e organizzative, senza alcun costo o danno per l’amministrazione. I dipendenti felici e soddisfatti sono più produttivi, motivati e stabili. Inoltre, i tempi di spostamento per raggiungere il luogo di lavoro e l'inquinamento ambientale possono essere ridotti. Purtroppo, molte aziende non ne comprendono il beneficio e ostacolano i propri dipendenti.
Vero l’articolo 14-bis della legge 26/2019 (legge poco costituzionale) stabilisce che i vincitori dei concorsi devono restare nella sede di prima destinazione per almeno cinque anni. La mobilità compensativa è consentita in qualsiasi momento, come previsto dall'art 7 del D.P.C.M. n 325 del 5 agosto 1988, sempre nel rispetto dei principi di neutralità finanziaria e solo tra dipendenti con profili professionali corrispondenti.
Pertanto, se un'azienda rifiuta di concedere il nullaosta per un cambio compensativo? La giurisprudenza stabilisce che in assenza di validi motivi per negare il consenso, il dipendente ha diritto al trasferimento (Sentenza del Tribunale di Agrigento, 26 marzo 2004).
È fondamentale che le forze politiche intervengano subito, oggi stesso e mettano fine a questa situazione di prepotenza e menefreghismo da parte delle aziende sanitarie. I professionisti che hanno scelto questa professione hanno diritto a essere trattati con rispetto, hanno il diritto di conciliare le proprie esigenze personali con il lavoro. Solo così potremo garantire un sistema sanitario forte e affidabile.
Siamo pronti a organizzare proteste NO STOP in tutta la regione, ma ci serve il vostro appoggio cari colleghi, sotto ci sono i nostri contatti. La politica guarda solo i numeri e se alla protesta saremo in pochi, percepiranno che il problema non è rilevante.
Responsabile Regionale Nursing Up 338393609
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