Violenza sugli operatori sanitari: un allarme inascoltato
Un recente rapporto dell'OMS e del Nursing Up ha rilevato un aumento allarmante di segnalazioni di molestie verbali, discriminazioni e violenza fisica verso gli operatori sanitari. In Italia, un infermiere su 10 ha subito violenza fisica sul lavoro e il 4% è stato minacciato con una pistola nell'ultimo anno. Il 79% delle vittime sono donne.
Il Nursing Up ha lanciato un allarme concreto alle istituzioni nel 2019, chiedendo di ripristinare i presidi fissi delle forze dell'ordine all'interno dei nosocomi. Il sindacato ha anche attivato uno sportello antiviolenza in Emilia-Romagna e ha organizzato vari flash mob per sensibilizzare l'opinione pubblica sul tema.
Secondo il presidente del Nursing Up, Antonio De Palma, la violenza sugli operatori sanitari è spesso causata da carenze organizzative e strutturali della sanità pubblica. Sovraffollamento dei reparti, ritardi nelle indagini diagnostiche e dietologia non gradita sono solo alcuni dei fattori che possono portare a tensioni e aggressioni.
L'OMS e il Nursing Up hanno lanciato una serie di proposte per contrastare la violenza sugli operatori sanitari, tra cui:
La denuncia d'ufficio da parte degli enti sanitari, che devono costituirsi parte civile nei procedimenti penali a carico degli aggressori.
La creazione di osservatori ad hoc in ogni azienda sanitaria per monitorare il fenomeno e, se necessario, istituire servizi di sorveglianza h24.
Il potenziamento del Ddl antiviolenza.
Il ripristino dei presidi fissi delle forze dell'ordine all'interno dei nosocomi.
Le proposte del Nursing Up sono condivisibili e meritano di essere prese in considerazione dalle istituzioni. La violenza sugli operatori sanitari è un problema serio che deve essere affrontato con fermezza.
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Vincenzo Parisi