Stipendi infermieri nella media OCSE

Stipendi infermieri nella media OCSE

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Il Nursing Up ha incontrato a Lungotevere Ripa, Roma, il Ministro della Salute, il Prof. Orazio Schillaci.

Il Presidente De Palma ha subito ribadito che i professionisti delle professioni sanitarie svolgono un ruolo vitale nel sistema sanitario e la loro valorizzazione è fondamentale per garantire una buona qualità dell'assistenza sanitaria.

Per farlo, sono necessarie scelte coraggiose per il futuro del SSN.

Il Presidente ha riferito al Ministro che l’Italia è ancora agli ultimi posti in Europa per quanto riguarda la retribuzione del personale infermieristico e delle professioni sanitarie ex legge 42/1999, con stipendi netti di 1500 euro circa (fermi dal 1990, sotto la media OCSE).

Sono necessarie riforme di struttura che valorizzino seriamente infermieri e professionisti delle professioni sanitarie.

Fondamentale è adottare misure concrete per ridurre la carenza di personale infermieristico, come ad esempio aumentare le retribuzioni almeno di 500 euro (così da avvicinarsi alla media OCSE), migliorare le condizioni lavorative per rendere la professione più attrattiva, sbloccare le mobilità, rivedere le indennità, un contratto unico nazionale tra pubblico e privato, riconoscere le enormi difficoltà a cui vanno incontro questi professionisti, non è un caso se l'infermiere nel mondo è la professione che ha il più alto tasso di infortuni e suicidi.

Il Sindacato ha anche ricordato ai presenti che sono gli infermieri a rappresentare la maggiore e più preoccupante carenza di personale sanitario, con una lacuna strutturale di 65-80mila unità e un picco che conduce fino a una carenza di 250mila unità, se si ragiona sulla base degli standard degli altri paesi europei e sul rinnovato fabbisogno di una popolazione che viaggia inesorabilmente verso l’invecchiamento.

Più personale significa meno infezioni e morti ospedaliere, che si traduce in meno antibiotici, meno antibiotico resistenza, meno lesioni da decubito e di conseguenza meno materiale per medicazioni e farmaci. Tutto questo si traduce in un risparmio di milioni di euro su base annua, lo dicono le evidenze internazionali.

In Australia, esempio la legge impone un infermiere su 4 pazienti (nei reparti di degenza), 1 su 1 o uno su due in quelli di area critica, questo perché hanno capito che un adeguato numero di infermieri e personale di supporto fa risparmiare soldi, morti e malattie.

Le evidenze dicono anche che sostituire l’infermiere con un altra figura, compreso il medico, non riduce la mortalità.

L'Organizzazione Mondiale della Sanità ha recentemente ribadito l'importanza degli infermieri come ultima figura di riferimento nel percorso di cura di un paziente, sottolineando le loro competenze e il valore del rapporto diretto e umano che riescono a instaurare nei lungi processi assistenziali.

Si è parlato poi di quanto sia importante correggere la legge sulla disapplicazione del vincolo di esclusività. Ogni regione dovrebbe avere la possibilità di adattare la normativa in base alle sue specifiche esigenze, ma è importante evitare che questa possibilità venga utilizzata in modo restrittivo o discriminatorio, rendendo praticamente irrealizzabile l'esercizio di attività fuori dal rapporto di lavoro.

Perché tutto questo non è richiesto ai medici, ad esempio?

Il datore di lavoro non è tenuto e non dovrebbe effettuare alcun controllo e quindi desta perplessità la prevista verifica sul “rispetto della normativa sull'orario di lavoro. Andrebbe poi inserita un indennità di esclusività, come per i medici per chi rifiuta la libera.

Il Ministro ha assicurato la volontà di lavorare sulle questioni oggetto di denuncia da parte del Nursing Up, e si è congedato da tutte le OO.SS. presenti dando la propria disponibilità a nuovi incontri per affrontare le varie materie.

LapaginadiNursingUp
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