Schiavi o professionisti polemici? Francesca Batani
Da un punto di vista sindacale già
prima era difficile fare
sindacato, con
l'avvento del covid-19
lo
è ancora di pìù.
In questi mesi la classe dirigenziale
si è
arroccata
dentro al
proprio castello
e non ci
hanno
assolutamente più voluto
considerare,
senza quel
vero
e
sano
confronto.
Quasi
tutte le aziende si
sono limitate a darci delle
informative, all'ultimo
momento, e
senza
il tempo di visionarle nei dettagli bisognava subito
decidere.
Tutto era giustificato da una frase: Siamo in emergenza.
Noi
siamo stati ovviamente costretti
a
scrivere molte lettere per parlare con le
aziende,
di cui molte hanno deciso di non risponderci, altre hanno risposto
sottolineando che
sempre
noi siamo
a polemizzare,
altre
ancora dicevano che noi
vedevamo
problematiche inesistenti, in
quanto
tutto stava funzionando come
scritto nelle procedure da
loro scritte.
Questo dimostra solamente una cosa, che non hanno avuto l'umiltà di mettersi in discussione.
Noi
raccogliamo le problematiche dei lavoratori,
noi stessi siamo lavoratori, quindi sappiamo bene
come
stanno le cose e cosa non funzionava o cosa non funziona,
ma dal punto
di vista di chi dirige, noi vogliamo
solamente polemizzare.
Abbiamo osservato una vera e propria schiavizzazione dei lavoratori.
Le
dirigenze,
pur
di non ammettere la loro “incapacità
organizzativa durante questa pandemia”,
hanno
provato ad
accusare
i lavoratori per
l'aumento dei contagi, accusando
i
professionisti di
non essere
in grado di
vestirsi/svestirsi
secondo
le procedure o
usare i DPI in modo idoneo.
Peccato che queste
dirigenze, brave, bravissime ad elogiarsi e mai a fare autocritica,
hanno scritto procedure inapplicabili, in quanto il personale
manca.
Ricordiamo a questi signori che nella prima ondata i DPI mancavano, mentre nella seconda i DPI spesso risultavano non idonei, ritirate poi da moltissime Aziende di rilievo nazionale.
Spesso ci hanno fornito di DPI con istruzioni scritte in cirillico, in cinese, in giapponese, in russo, in tutte le lingue possibili immaginabili tranne in italiano.
Non
siamo stati forniti della
scheda dove poter leggere
cosa indossavamo e come usarlo, Decreto
Legislativo
81,
forse
uno dei motivi per cui
ci siamo contagiati, ci
veniva fornito materiale non idoneo.
Mentre nella prima ondata hanno fatto un po' di assunzioni, peccato non a tempo indeterminato ma a tempo determinato, co co co, etc, nella seconda ondato praticamente le assunzioni sono state quasi un miraggio.
Inoltre se nella prima ondata si è vista una chiusura totale delle attività non urgenti, quindi tutto il personale raccolto per il covid-19, nella secondo andata è stato aperto tutto, sale operatorie esempio anche per piccoli interventi, servizi, ambulatori, con metà personale rispetto a prima.
Lo
stesso personale che aveva combattuto nella
prima onda è
arrivato
stremato nella
seconda ondata,
in
una
condizione che probabilmente solo i lavoratori possono capire, e per
noi era chiaro che i contagi non potevano
che aumentare, e
infatti c'è
stata
una vera
ecatombe.
Nelle RSA la risposta è stata ancora peggiore.
Una spaventosa carenza di personale, già di per se cronica, e
sul perché si dovrebbero fare due domande,
ma non se le faranno mai, la dirigenza ha pensato
addirittura di
risolvere il problema con una grande genialata: spostare personale
pubblico, già in grosso affanno, nel privato, non sostituendolo,
bloccando le ferie, i permessi, con salti di riposo, ed
estenuanti
doppi turni.
Le grandi menti della nostra sanità, hanno preso del personale in affanno,
stanca della prima ondata e messa a lavorare il doppio, il triplo
rispetto alla prima onda, senza concedere riposi o quant'altro
avrebbero diritto da contratto.
Ma non è bastato
solo schiavizzarci, per uno stipendio poi che a stento ci fa
arrivare ai primi venti del mese, inferiore alla media Europea (se
poi sei un collega monoreddito con figli, non arrivi sicuro a metà
del mese), è arrivato il vaccino e con gli stessi operatori
sanitari bisognerà occuparsi anche della campagna vaccinale.
Dirigenza alla quale
provi a fargli notare qualcosa, e ti risponde che sei polemico e che
le cose vanno benissimo, negando l'evidenza.
Nel 2003 è stato fatto uno studio, si è visto che ogni anno 18.000 persone morivano per infezioni ospedaliere, una colpa dell'organizzazione ospedaliera.
Come hanno pensato come rimedio?
Con la creazione di
centinaia di procedure, protocolli su protocolli, come se il
problema fossimo noi, il nostro operato e non la carenza di
personale, e udite udite, il risultato è stato che dal 2003 al
2016 i morti per infezioni ospedaliere sono aumentati a 50.000
l'anno.
Questo ci conferma che non erano le procedure sbagliate, o che magari non sono sbagliate queste, ma che per applicarle serviva e serve il personale infermieristico e di supporto giusto, in termini di numeri.
L'infermiere non viene messo in condizioni di poter fare bene il proprio lavoro, gli studi più recenti dicono che un infermiere ogni sei pazienti, non solo riduce le morti e le infezioni ospedaliere oltre alle LDD, ma anche il costo per milioni di euro anno dovuto all'uso di antibiotici, materiale da medicazione per ldd, etc, etc.
Quindi investire nel
numero degli infermieri significa risparmiare soldi, morti e
infezioni. Probabilmente le nostre grandi menti pensanti o non
leggono le ultime ricerche internazionali o pensano di saperne di
più.
Finchè il numero
degli infermieri/pazienti non sarà di uno a sei, tutte queste morti
non diminuiranno .
Ai miei colleghi dico questo: A noi che continuano a non pagarci come si dovrebbe, che continuano a maltrattarci, ad accusarci, etc, viceversa quando arriverà il momento di dare i premi ai dirigenti, i nostri capi politici elogeranno e premieranno profumatamente, per migliaia di euro, l'operato degli stessi dirigenti che a noi sembra tutt'altro da elogiare.
Questo grida vendetta.
Presto ci sarà la contrattazione del nuovo CCNL, dovremo scendere in piazza, in tanti e urlare no stop la nostra rabbia.
Siamo tra i meno pagati d'Europa, i più tassati, in un comparto dove non si fa differenza tra un laureato, un operaio e un infermiere...ma la classe dirigente e medica si tiene ben lontana da questo appiattimento professionale...con stipendi dignitosi sopra la media europea.
Francesca Batani
Dirigente Regionale
Nursing Up Emilia Romagna