Infermieri: servono più soldi, non più competenze. Fedriga e Nursind sbagliano

Infermieri: servono più soldi, non più competenze. Fedriga e Nursind sbagliano

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Il governatore rieletto del Friuli Venezia Giulia, il dott. Massimiliano Fedriga, presidente della Conferenza delle regioni e delle province autonome, ha dichiarato che le previsioni ci dicono che dal 2027 rischiamo di restare con ancora meno infermieri.

Secondo il Presidente, eliminare il numero programmato, aumentare le competenze, risolverebbe la carenza di infermieri.
Mai nessuno che parli di soldi, aumento degli stipendi, delle indennità.

La proposta di eliminare il numero programmato all'università è superficiale e non risolve il problema.
La vera causa della carenza è un sistema sanitario mal gestito, con stipendi bassi, condizioni di lavoro pessime, turni massacranti, carenza di personale, stress e burnout. Mancanza di diritti e valorizzazione, scarsa autonomia professionale, riconoscimenti insufficienti. 

Ci sorprende, ma non troppo, che alcuni sindacati (sempre in cerca di palliativi) inseguano queste proposte poco valorizzanti sul piano economico, che graverebbero ulteriormente sul lavoro degli infermieri, con personale per giunta non selezionato.

La politica continua a non capire.

I nostri salari sono fermi da decenni, mentre quelli dei dirigenti volano. Molti colleghi lasciano l'Italia per lavorare all'estero, dove sono meglio pagati e valorizzati. La situazione è grave, ma non irreparabile. Serve un'inversione di rotta immediata, con interventi concreti da parte del governo. Il tempo delle promesse è scaduto.

Le possibili soluzioni? Per iniziare:

  • Aumento di 500 euro netti mensili: un primo passo per rendere la professione più attrattiva. Ricordiamo che siamo fermi dal 1996.
  • Centralizzazione del SSN: eliminare sprechi e dirigenti superflui, valorizzare i professionisti.
  • Miglioramento delle condizioni di lavoro: stop ai salti di ferie, riposi e stress.
  • Eliminazione dei vincoli, nullaosta e libera professione
  • Detassazione significativa, esempio del 50% sullo straordinario: per aumentare il potere d'acquisto dei professionisti sanitari.
  • Riconoscere l’attività infermieristica come usurante e permettere il ricambio generazionale rendendo la professione attrattiva da un lato e permettere ai colleghi stanchi di riposarsi dopo tanti anni di onorato servizio.
  • Un contratto unico nazionale, furoi da un comparto sempre più stretto, non ci dispiacerebbe.

Ci stiamo organizzando, siamo pronti, scenderemo in piazza per difendere il nostro SSN e il diritto a una sanità pubblica efficiente e di qualità!

Siamo l’esercito più numeroso e preparato del Paese, insieme possiamo cambiare le cose.

Se sei d’accordo condividi e vieni a dire la tua su “Infermieri Fuori dal Comparto”, gruppo Facebook, che sta diventando un punto di riferimento per la mobilitazione e la condivisione di idee. Siamo pronti alla piazza.

Vincenzo Parisi
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