Infermieri a rischio suicidio, doppio rispetto alla popolazione generale. 70% in più del medico.
Secondo uno studio fatto dai ricercatori della School of Nursing dell’Università del Michigan l’infermiere ha un rischio di suicidio doppio rispetto alla popolazione generale, rischio 70% superiore rispetto al medico e pensano che la situazione potrà solo peggiorare, data la pandemia sopraggiunta.
Sempre secondo lo studio emerge anche che il personale infermieristico, rispetto alla popolazione generale ha il 90% di probabilità in più di avere problemi sul posto di lavoro e il 20-30% di probabilità in più di soffrire di depressione.
L’infermiere, una professione estenuante, difficile, carica di rischi e responsabilità con una paga che non consente di arrivare a fine mese (in Italia). Non dimentichiamoci poi la violenza fisica e verbale che subiamo ogni giorno, sulle ambulanze, negli ambulatori, nei pronto soccorsi, nei reparti, sul territorio.
I dati analizzati negli Stati Uniti sul numero di infermieri suicidi ne è la conferma, la drammatica testimonianza.
Purtroppo i suicidi avvengono e sono in aumento in tutto il mondo, anche in Italia, anche se troppo spesso nel silenzio dei media.
I dati della Ricerca, che ricordiamo non aggiornata al post covid-19, potete visionarli qui: https://jamanetwork.com/journals/jamapsychiatry/article-abstract/2778209
I ricercatori spiegano che i risultati sono molto più significativi di quello che si aspettavano:
- 2,374 suicidi tra gli infermieri
- 857 tra i medici
- 156 mila nella popolazione generale
Negli ultimi anni, ancora prima del covid-19, i sistemi sanitari già erano al collasso, in particolare in Italia.
Con gli anni si è avuta una maggiore complessità assistenziale, sono stati aggiunti compiti burocratici e poi con l’aumento delle malattie croniche tra la popolazione si è avuta una maggiore pressione ma senza aumentare il numero del personale nelle degenze o sul territorio per diminuire i ricoveri.
Sembra non interessare alla politica e nemmeno alle dirigenze sanitarie, che 1 infermiere su 6 pazienti ( e non 10, 12, 36) riduce la morte e le infezioni ospedaliere, il burnout e la spesa sanitaria.
La pandemia di covid-19 non ha fatto altro che evidenziare gli errori di politiche sanitarie precedenti, che si cerca in ogni modo di coprire e minimizzare.
Nessuno ha pagato, nessuno paga e nessuno pagherà, se non gli infermieri con la propria salute fisica e mentale.
Ai fattori di stress sul posto di lavoro bisogna aggiungere quelli domestici ed economici.
La popolazione italiana deve sapere che lo stipendio dell’infermiere in Italia è molto al di sotto della media Ocse ed è molto inferiore perfino al costo della vita. Ci sono famiglie monoreddito con a capo infermieri che non arrivano al 20 del mese e sono costretti a indebitarsi.
Secondo un esperto di gestione e politica sanitaria dell’Università del Michigan, tra gli infermieri, le donne sono le più colpite in quanto lo stress maggiore è dovuto al doppio carico di lavoro delle donne, in ospedale e poi a casa, con i figli, e questo può arrivare a compromettere seriamente la salute mentale.
Il sistema più usato per il suicidio è l’ingestione di farmaci a cui gli infermieri hanno facile accesso.
Questa non è l’unica ricerca che parla degli infermieri suicidi.
Nelle statistiche mondiali, Istat, l'infermiere è l'operatore sanitario più colpito dai suicidi ma anche dagli infortuni, ma nessuno si chiede: perchè proprio l'infermiere?
L'infermiere in particolare in Italia è stanco, una gran parte di noi è talmente avvilita che non ha voglia di reagire e non crede più a nulla, molti abbandonano la professione, perfino l'abbandono degli studenti al primo anno è in costante aumento.
Ogni anno il numero dei suicidi sta superando in molti paesi quello imputabile agli incidenti stradali.
Mentre il numero di chi tenta il suicidio è di almeno dieci volte superiore,
spesso restano invalidati per sempre da non poter tentarne un secondo.
La metà dei suicidi avviene a meno di 45 anni ed è più frequente negli uomini.
Mentre le donne superano gli uomini nel tentato omicidio.
La categorie occupazionali più a rischio di suicidio è l' INFERMIERE a seguire lavoratori sociali, medici,, dentisti, ma anche matematici, scienziati e artisti, anche
se nessuna professione è esente dal suicidio.
ISTAT 2015: 77,9% UOMINI 22,1% DONNE.
65 anni e più 35%
45-64 anni 37%
25-44 anni 23%
fino a 24 anni 5%
I segnali di pericolo che ci devono far preoccupare sono: Parlare di voler morire, di sentirsi senza speranza, senza uno scopo, di non farcela, intrappolati, di provare un dolore
insopportabile, di essere un peso per gli altri, aumento di alcol o droghe, ansia, agitazione, dormire troppo poco o molto, isolarsi, sentire rabbia o parlare di vendetta, sbalzi d'umore.
"Se qualcuno che conosci mostra segni premonitori di suicidio, non lasciarlo solo, rimuovi ciò che potrebbe essere utilizzato per il gesto e chiedi aiuto a un medico o a un professionista della salute
mentale". Se sentite il bisogno di sfogarvi o chiedere un consiglio lapaginadinursingup@yahoo.com è a vostra disposizione, o se volete inviarci un racconto, una storia, un esperienza la condivideremo con tutti sul sito/blog, anche in forma anonima se così desidererete.
Le misure di quarantena collettiva, la solitudine,
il distaccamento sociale sono state descritte in passato come associate ad un aumento del rischio suicidio, aggiungendo la crisi economica e la pandemia, purtroppo ci dovremo aspettare un peggioramento dei dati esposti, continueremo ad essere la categoria più colpita ma serve una presa di coscienza della nostra categoria.
Bisognerebbe almeno provare a reagire, troppe cose che non funzionano, nel pubblico, nel privato, servono condizioni lavorative migliori, meno stressanti, una retribuzione dignitosa che sia proporzionale ai rischi, alle responsabilità, ai carichi di lavoro, uno stipendio che sia nella media Ocse.
Un fetta di colleghi, purtroppo non tanto grossa, è pronta a scendere in piazza e si sta unendo attraverso i social e noi lo faremo insieme a loro, li sosterremo con ogni mezzo a nostra disposizione. Noi suggeriamo infermieri fuori dal comparto, gruppo facebook. Come sindacati suggeriamo quelli di categoria chiaramente.
Lo scrivente ha scelto il Nursing Up e spero che lo faranno anche i nostri 195.201 lettori.
LapaginadiNursingUp
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