Uscire dal comparto sanità è possibile?
Gli infermieri usciranno mai dal comparto sanità? Esistono possibilità di farlo?
Si, uscire dal comparto è possibile, c’è stato un precedente.
La strada per uscire dal comparto è già stata percorsa dai medici, ci hanno impiegato molti anni e ci hanno dimostrato come fare e soprattutto che non sarà affatto facile riuscirci.
La politica guarda solo i numeri, infatti per uscire dal comparto e per diventare Quadri (posizione lavorativa tra dirigenti e dipendenti) serve una Legge, l’intervento del Legislatore.
Gli infermieri forse non lo sanno, ma hanno i numeri, i requisiti e le capacità per uscire dal comparto, solo che quando si tratta di protestare e/o scioperare, sembra mancare questa volontà, a differenza di quello che è avvenuto in Francia, in Belgio, Germania, Spagna, etc.
Ormai è noto che nel comparto sanità esistono figure che non hanno nulla a che vedere con la sanità e con gli infermieri, per alcune non serve nemmeno un diploma o una laurea.
Il dipendente, come siamo definiti in busta paga, a differenza dei Quadri ha mansioni ben precise, direttive superiori e non ha responsabilità.
L’infermiere, proprio come i Quadri non ha un mansionario, è autonomo, ha responsabilità e rischi che vanno oltre.
Perchè ai medici e alla dirigenza infermieristica è permesso stare fuori dal comparto mentre a noi professionisti intellettuali non lo è?
Perchè è cosi importante stare fuori dal comparto?
Esempio, premio covid-19, in Emilia Romagna molti infermieri non hanno percepito il premio, alcuni invece solo 100 euro, altri 200-300 euro, mentre gli amministrativi, tutti, hanno percepito durante il telelavoro 400 euro per il disagio. Stare nel comparto significa dividere con non sanitari soldi dedicati ai sanitari, e non ci pare giusto per il rischio e le responsabilità a cui siamo sottoposti. Lo stesso discorso avviene per i passaggi di fascia, premi produttività, la nostra categoria verrà sempre penalizzata dentro al comparto.
La categoria degli infermieri in Italia è martoriata da troppi decenni, ancora di più nel privato.
Perchè in Italia non dovrebbe esistere un contratto unico nazionale di base per pubblico e privato e poi magari permettere alle Aziende che lo desiderano stipulare dei contratti migliorativi, invece di questa moltitudine di contratti poco attraenti?
Non è un caso che sempre più studenti abbandonano il corso di laurea, sempre più infermieri si licenziano appena trovano un alternativa, sempre più infermieri lasciano il paese e sempre meno infermieri stranieri desiderano venire dall’estero verso l’Italia.
Le condizioni sono penose:
- Stipendi sotto la media Europea e sotto il costo della vita, un genitore infermiere monoreddito con figli non potrà arrivare a metà mese.
- In molte strutture private si sfiora la schiavitù.
- Salti di riposo, di ferie, doppi turni.
- Mobilità sempre più difficili.
- Denunce e richieste di risarcimento in forte aumento, spesso i colleghi ci segnalano che non conoscono nemmeno il motivo per cui sono stati denunciati.
- Non parliamo dello scandalo DPI, milioni di dispositivi non solo non idonei ma spesso ritenuti dai NAS come dannosi. Chi pagherà le famiglie dei colleghi scomparsi?
Siamo stanchi, arrabbiati e sfiduciati.
Una classe politica che spesso ci ignora, sembra prenderci in giro o non hanno idea di cosa parlano. Chi ci vuole sostituire con altre categorie, chi ci definisce poco più che badanti...assurdo.
Un Ordine che troppo spesso tentenna a prendere le nostre difese, il 2 novembre non ci ha nemmeno appoggiati allo sciopero degli infermieri, questo la dice lunga.
Se vogliamo uscirne dobbiamo convergere in un solo gruppo e organizzarci, a maggio inizieranno le proteste, e se come la storia insegna saremo solo poche centinaia o qualche migliaia, non cambierà mai nulla, anzi potrà solamente peggiorare.
Serve uno sforzo da parte di tutti, sensibilizzate i colleghi, iscrivetevi nei sindacati di categoria o se non volete, aiutateli almeno nelle elezioni RSU a prendere in mano la vostra azienda, candidatevi voi stessi alle RSU per i sindacati di categoria, non c’è bisogno di iscriversi al sindacato per farlo. Entrate in politica, nel parlamento, nelle regioni, servono infermieri, soprattutto giovani, in quei luoghi strategici monopolizzati da medici, notai e avvocati.
Convergiamo in un gruppo unico, noi abbiamo INDIVIDUATO infermieri fuori dal comparto, invitate i colleghi a farlo, organizziamoci durante le politiche, diamo il voto solo agli infermieri oppure a quel politico che nel suo programma punta su di noi, uniamoci durante le RSU, candidatevi e chiedete ai colleghi di essere votati.
Lo scrivente è un semplice infermiere, e nemmeno più giovane, ma tifo per voi giovani colleghi e sono al vostro fianco. Il futuro è vostro, ma solamente se vi unirete, solamente se farete fronte comune, solo uniti si vince.
Sensibilizzate i colleghi a uscire da questo torpore.
Le contrattazioni per il nuovo CCNL si avvicinano.
Per uscire dal comparto servirebbe una mobilizzazione mai vista nella storia del paese da parte della nostra categoria, io me lo auguro, non provarci significa aver già perso.
Se non dovessimo riuscire, sarebbe un grande passo anche una contrattazione separata con fondi dedicati e uno stipendio nella media Europea, anche questo traguardo sicuramente non è facile...ma qualcosa bisogna fare cari colleghi.
Una cosa è sicura, e lo ripetiamo, la politica guarda solo i numeri, e in Italia, non interessa a nessuno che più infermieri significa meno infezioni, meno morti, meno piaghe da decubito e di conseguenza meno spesa in materiale e antibiotici...se noi sanitari non mostreremo che siamo stanchi e incazzati, nessuno alzerà un dito per noi, la storia insegna.
Il nostro consiglio? Unitevi ai sindacati di categoria, servono più giovani nei sindacati, più giovani nella politica nazionale e regionale.
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