Trasporto in emergenza neonatale (STEN)

Trasporto in emergenza neonatale (STEN)

 luci ed ombre di un ambizioso progetto 

La Ausl Romagna lo scorso autunno ha implementata la procedura dello STEN in relazione alle responsabilità degli operatori sanitari coinvolti, alle attrezzature ed ai presidi utilizzati ed alle modalità di uso degli stessi.

Lo STEN è considerato. Insieme alla centralizzazione delle nascite a rischio, uno tra i principali indicatori di qualità di un sistema sanitario in ambito perinatale. Il “trasporto in utero” costituisce il sistema più sicuro ed efficace per garantire alla coppia gestante/neonato un’assistenza qualificata ed ottimale associata al minor numero di complicanze possibili, sia neonatali che ostetriche. Purtroppo anche nella miglior organizzazione delle cure peritali, non sempre è possibile prevedere la nascita di un neonato “patologico” o “critico”. Si stima che circa il 30% delle patologie gravi insorte durante il travaglio non siano prevedibili e che l’ 1-2% dei neonati necessitino di manovre rianimatorie e/o cure intensive in modo del tutto inaspettato.

È in questo contesto che si configura il servizio di Trasporto d’Emergenza Neonatale che mira a garantire ai neonati una appropriata assistenza rianimatoria e, dopo opportuna stabilizzazione, un trasporto efficiente in sicurezza, seguito da un ricovero in ambito appropriato.

La DGR Emilia-Romagna n. 1603/2013 “Linee di indirizzo alle aziende sanitarie della Regione Emilia-Romagna per la realizzazione di un sistema di trasporto assistito materno (STAM) e noenatale (STEN)” , definisce i criteri per l’applicazione di tali trasporti ed individua, per il territorio riferibile all’ Ausl Romagna, che ha un bacino di utenza di circa 9000 nati/anno e circa 40-50 trasporti in emergenza/anno, la presenza di 1 STEN attivabile su richiesta.

La Ausl Romagna ha identificato come riferimento unico per lo STEN la TIN di Rimini. Territorio già individuato come “centro hub”  per la patologia pediatrica in genere (oncologica e chirurgica).

Lo scopo della procedura è quello di garantire nella Ausl Romagna l’attivazione di uno STEN unico, da parte di una equipe sanitaria afferente alla U.O. TIN/Neonatologia di Rimini e di definire strumenti operatovi in grado di minimizzare i rischi connessi al trasferimento dei neonati critici. Lo STEN si prefigge di migliorare la modalità di trasferimento, sostituendo il modello del “load ad go” (trascinarlo via di corsa), che può comportare per il bambino rischi aggiuntivi con danni potenzialmente irreversibili, con il modello “stand and play”, ossia del trasporto nelle condizioni migliori, stabilizzando prima il neonato e garantendo un’assistenza qualificata e continuativa durante il trasporto.

Dopo che il medico , in base ai criteri dettati dalla delibera  n. 1603/2013, ha valutato la necessità di trasferimento viene attivata dalla Centrale Operativa 118 l’equipe STEN così composta; autista ed infermiere 118 (equipaggio ambulanza) medico neonatologo e infermiere TIN (equipaggio STEN).

Sicuramente un progetto ambizioso che mette il luce le elevate competenze acquisite dai colleghi delle equipe interessate ma che, purtroppo come spesso capita, si è implementato senza le dovute risorse!

Nella seduta plenaria della RSU Ausl Romagna del giorno 24.09. u.s. tra le varie si è discusso del progetto in oggetto. i nostri delegati RSU ci hanno illustrato le problematiche venute alla luce;

dalla presentazione e dalla successiva discussione sono emerse criticità che dovevano essere affrontate e risolte prima dell'implementazione del progetto, che riteniamo come O.S., ambizioso ed innovativo sia come crescita professionale sia come risposta più efficace ed efficiente rivolta alla gestione dei neonato in condizioni critiche.

Proprio perché parliamo di bambini ci siamo sentiti  ancor più in dovere di intervenire nel tentativo di chiarire eventuali dubbi, che gli infermieri hanno segnalato e magari poterli risolvere in breve tempo.

Abbiamo quindi sollecitato un incontro tra la Dit di Rimini avvenuto il 5 ottobre, ove abbiamo,  come Organizzazione Sindacale titolata a presenziare nei tavoli di contrattazione, espresso le nostre preoccupazioni inerenti;

1) l'attivazione della P.D. notturna (pronta disponibilità) dell’infermiere TIN di Rimini richiede nell’organigramma , a conti fatti e confermati dalla DIT di Rimini, un numero di 34 infermieri , memtre  ad oggi  sono 31 con almeno 1/4 dei professionisti in servizio con contratto a tempo determinato quindi con limitate "clinical competence" e che probabilmente non saranno inseriti nel piano delle P.D., sino a quanto non saranno completamente formati caricando, quindi, sui colleghi "esperti" tutte le P.D. programmate del mese. Abbiamo richiesto il completamento immediato dell’equipe infermieristica arrivando al numero previsto per il progetto.

2) i professionisti avevano chiesto un "mezzo avanzato" (ambulanza dedicata) per il trasporto del neonato critico con permanenza al centro hub di Rimini, mezzo che oltre ad avere tutte le caratteristiche strumentali previste dalla DGR 1603 deve essere "sanificato" in maniera assolutamente asettica, per quanto possibile, visto la tipologia di pz immuno-depresso su cui l'equipe STEN interviene. Inoltre l’ attivazione  dell’ambulanza potrebbe ricadere, senza mezzo dedicato, su un equipaggio magari a fine turno con già 12 ore di servizio alle spalle che dovrebbe partire senza sapere l’orario di rientro “sforando” ,quindi, ben oltre l’orario consentito dalle norme contrattuali ed europee. Abbiamo chiesto che sia attivata per lo STEN l’ ambulanza già in regime di pronta disponibilità prevista nel territorio di Rimini (quindi anche più vicina!)

3) la scarsa disponibilità, a quanto pare, di poter utilizzare una divisa personalizzata così come descritto anche nella procedura aziendale PA 146 < modalità per utilizzo e custodia della divisa professionale>. Abbiamo richiesto che vengano messe  a disposizione almeno 2/3 paia di divise per taglia, così come le specifiche calzature antinfortunistica, in modo tale che, nel caso ci sia uno o più interventi la stessa divisa venga smaltita immediatamente per il lavaggio senza lasciare sprovvisto il materiale vestiario.

Stiamo monitorizzando il tutto pronti nuovamente  ad intervenire


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