SSN al collasso e professionisti snobbati

SSN al collasso e professionisti snobbati

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XVII Rapporto del Crea (Centro per la Ricerca Economica Applicata in Sanità) dell'Università Tor Vergata di Roma: l'Italia spende il 40% in meno rispetto ai 14 paesi dell'Europa occidentale.

Siamo il Paese OCSE con meno ricoveri in rapporto alla popolazione, ma con una durata media di degenza più alta. Oltre 600mila famiglie si indebitano per curarsi. Viene spontaneo chiedersi perché i dipendenti pubblici paghino tante tasse per la sanità, se la politica poi dirotta i soldi verso la sanità privata e la spesa militare?

Il sistema svizzero, con stipendi altissimi, si sta dimostrando il migliore in assoluto. Il Lussemburgo, primo per spesa sanitaria, garantisce ai propri dipendenti pubblici stipendi e benefit che in Italia sono inimmaginabili.

L’Italia è tra i Paesi europeo che spende meno, ultima nel G7 per spesa pro-capite nella sanità.

Non ci sono piani a medio e lungo termine, solo confusione e palliativi. 

Non si investe nel personale a differenza di quello che fanno i Paesi del G7, non è un caso che hanno meno infezioni, morti ospedaliere e antibiotico-resistenza. 

In questo quadro disastroso, la politica e i sindacati dimostrano di non sapere quale sia la strada giusta.

Secondo lo studio di Remote, “l’European work-life balance 2023”, l'Italia è all’ultimo posto in Europa per l'equilibrio vita-lavoro. Un italiano su tre ha dichiarato che il lavoro influenza negativamente la vita privata.

Un quadro desolante: salario minimo assente, ore di lavoro eccessive, stress diffuso, ambienti lavorativi tossici, stipendi ultimi nella media OCSE rispetto a rischi, responsabilità, inflazione e caro vita. Ad esclusione di politici e dirigenti pubblici, che sono ben posizionati nella media OCSE.

L'Italia, a differenza degli altri paesi europei, non ha un salario minimo garantito, lasciando i lavoratori più vulnerabili a condizioni di sfruttamento. In contrasto, nazioni come il Lussemburgo vantano un salario minimo di 14,26 dollari l'ora, mentre in Grecia è di 5 dollari, in Spagna di 9 e in Francia di 12.

I dati Eurostat rivelano che in Italia si lavora troppo, con circa 2 milioni di lavoratori che superano le 50 ore settimanali. Un italiano su tre lamenta effetti negativi del lavoro sulla propria vita privata, con il 58% che dichiara di soffrire di stress e ansia da lavoro e un preoccupante 13% che ha ricevuto una diagnosi di disturbo mentale.

Un sondaggio del Nursing Up Emilia Romagna evidenzia la grave situazione nel settore sanitario, dove il 92% dei professionisti intervenuti afferma di essere insoddisfatti sia dello stipendio che delle condizioni lavorative, tanto da spingere il 60% a considerare un cambio di impiego. Una politica inefficiente.

Mancano oltre 100.000 infermieri, oltre 8000 ostetriche e migliaia di OSS. Invece di rendere le professioni attraenti con un aumento minimo di 1000 euro a stipendio, dato che sono fermi dal 1996, e le condizioni lavorative continuano a peggiorare, vogliono creare ulteriore confusione con figure nuove, come l’assistente per la salute.

Cari colleghi, l’unico modo per uscire da questo stallo sono due: o creiamo un sindacato dal nulla e ci riversiamo tutti in massa, oppure ci decidiamo a credere in uno, come il Nursing Up, dandogli il 51% e combattendo uniti per ottenere l’uscita dal comparto, stipendi nella media OCSE, eliminazione dei vincoli di esclusività e mobilità, riconoscimento della malattia professionale, pensione anticipata, indennità di esclusività e rivedere tutte le vecchi indennità ferma ai centesimi.

Cosa serve per un'Italia che lavori meglio e viva meglio?

Per invertire questa rotta negativa e migliorare la qualità della vita lavorativa in Italia, sono necessari cambiamenti radicali:

  • Introduzione di un salario minimo: Istituire un salario minimo adeguato garantirebbe un reddito dignitoso a tutti i lavoratori, contrastando lo sfruttamento e favorendo una maggiore equità sociale.

  • Stipendi media OCSE per tutti i professionisti delle professioni sanitarie

  • Riduzione dell'orario lavorativo: Promuovere una riduzione dell'orario lavorativo, a parità di stipendio, permetterebbe ai cittadini di conciliare meglio le esigenze lavorative con quelle personali e familiari, favorendo il benessere psicofisico.

  • Investimenti in welfare e salute mentale: Incrementare gli investimenti in misure di welfare e supporto psicologico è fondamentale per aiutare i lavoratori a gestire lo stress e prevenire l'insorgenza di disturbi mentali.

  • Miglioramento delle condizioni di lavoro nel settore sanitario: Rivedere le politiche retributive e le condizioni lavorative nel settore sanitario è prioritario per valorizzare il lavoro degli operatori sanitari e garantire un'assistenza sanitaria di qualità ai cittadini.

  • Creare leggi a tolleranza zero su corruzione, malavita e sicurezza.

L'Italia si trova ad un bivio: continuare sulla strada attuale, con gravi conseguenze per il benessere dei cittadini e la tenuta del sistema sociale, oppure attuare le riforme necessarie per creare un Paese che lavori meglio e dove vivere sia davvero un diritto.

La scelta non è solo nelle mani di chi governa e di chi rappresenta i cittadini, ma anche di chi esercita il voto. Diamo il 51% al Nursing Up oppure creiamo qualcosa di nuovo, ma basta continuare a dare il voto a chi governa da 40 anni e non mantiene le promesse.

La scelta è nelle nostre mani. Diamo il nostro voto a chi vuole cambiare le cose!

Infermiere fuori dal comparto e dirigente sindacali Nursing Up

Vincenzo Parisi

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