Sanità: furbetti dell'inidoneità, Nursing Up chiede di non fare di tutta un'erba un fascio

Sanità: furbetti dell'inidoneità, Nursing Up chiede di non fare di tutta un'erba un fascio

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Sintesi del comunicato stampa
della Responsabile Regionale Nursing Up Lazio,
Dott.ssa Laura Rita Santoro

(cliccando qui potete scaricare il comunicato ufficiale con tanto di tabelle e spiegazioni)

Roma, 2024 – La recente ondata di controlli sui "furbetti" delle inidoneità nel Lazio ha acceso un acceso dibattito sulla necessità di tutelare il sistema sanitario da abusi e inefficienze. Tuttavia, il sindacato Nursing Up lancia un appello alle forze politiche: non fate di un'erba un fascio e non criminalizzate un'intera categoria per le colpe di pochi.

"E' inaccettabile che l'operato di migliaia di infermieri e professionisti della sanità, dediti e professionali vengano macchiati dalle azioni di alcuni individui che non ci rappresentano la categoria".

La Responsabile Regionale Nursing Up Lazio, Laura Rita Santoro: 

"La stragrande maggioranza degli infermieri lavora con abnegazione e sacrificio, spesso in condizioni difficili e con carenze di organico, per garantire la salute dei cittadini."

Nursing Up evidenzia come la caccia ai "furbetti" non debba trasformarsi in una caccia alle streghe. È fondamentale colpire chi si comporta in maniera scorretta, ma è altrettanto importante non gettare discredito su una professione fondamentale per il sistema sanitario.

"Sotto accusa non ci sono solo i furbetti' delle inidoneità, ma anche l'intero sistema sanitario regionale". "La carenza di personale, i turni massacranti e la mancanza di risorse sono fattori che contribuiscono al malessere degli infermieri e al rischio di errori."

Come quando vengono scoperti i furbetti dei cartellini e i dirigenti sono sempre stupiti, ma sono realmente innocenti?

Come fa un dirigente a non accorgersi che un lavoratore da loro coordinato non è presente in servizio?

Ora però ci capita di leggere di lamenti e piagnucolamenti circa lo stato di salute del personale, ragione per la quale non si potrebbe gestire l’assistenza. Dai nostri dati, rapportati con il numero dei dipendenti, la percentuale d’inidonei è veramente esigua, forse sottostimata.

Forse le strutture sanitarie si reggevano su pochi professionisti sanitari, oramai esausti, invecchiati e usurati da stress da lavoro?

Interessante, dopo le dichiarazioni lette è considerare il tutto attraverso l’età media del personale sanitario oggetto delle accuse di “furbizia”, il 59%, dai dati che abbiamo aveva più di 50 anni di età, quindi “colpevoli” delle patologie comuni a tutta la cittadinanza, ben note ad ogni struttura ospedaliera ed ai suoi dirigenti.

Uno o due dipendenti potrebbero essere disonesti, ma un numero così cospicuo che coinvolge tutte le strutture del Lazio lascia particolarmente perplessi, fino a quando non ci siamo accorti che il 61% del personale OSS ha più di 50 anni.

I direttori lamentosi dovrebbero sapere cosa s’intende per movimentazione dei carichi, cui è soggetto il personale sanitario: “trasferimenti e spostamenti, mobilizzazioni, il sollevamento, il trasferimento laterale tra due superfici orizzontali, il riposizionamento nel letto e nella carrozzina, la deambulazione, il trasporto di pazienti o di apparecchiature, attività quotidiane (igiene, medicazione, alimentazione, ecc.)”.

Il D.Lgs. 81/08 stabilisce che i datori di lavoro devono adottare le misure organizzative necessarie e i mezzi appropriati (ausili) per evitare la movimentazione manuale dei carichi. Se la movimentazione manuale non può essere evitata dovrà essere quanto più possibile sicura, ma spesso gli ausili mancano! Nei suddetti ospedali ci sono soluzioni, come: “sollevatori carrellati, sollevatori a bandiera o sistemi di binari con più combinazioni?

Così non fosse, siamo noi a dire che le nuove assunzioni serviranno a poco, senza mezzi, il personale con inidoneità può solo aumentare!

Molti Direttori si lamentano dei numerosi professionisti sanitari affetti da allergia al lattice, che se fosse una “furbizia” potrebbe essere smascherata da accertamenti dermatologici ed esami del sangue, i sintomi sono piuttosto evidenti.

I professionisti con diabete, ebbene si anche i professionisti si ammalano di diabete, hanno diritto all’esonero dalle notti “NON PER FURBIZIA”, bensì per il possibile squilibrio metabolico indotto dall'alterazione dei ritmi circadiani. Normalmente, l'esonero dai turni notturni viene richiesto dalle persone con diabete e in qualche caso consigliato dai diabetologi. Ciò nonostante sono numerosi i professionisti sanitari che nonostante le indicazioni, a rischio di danneggiare la loro stessa salute, hanno scelto di non essere esonerati dai turni di notte o hanno cercato supporto per non essere esonerati dai turni di notte.

Altra categoria che non può fare i turni di notte è il personale sanitario con i figli minori di 3 anni, pensiamo ad una politica utile contro la denatalità, purché non siano professionisti sanitari?

Alla luce di quanto sopra si immagina di alzare l’età pensionabile, al personale di cui sopra, fino a 70/72 anni, ma in quali condizioni fisiche?

Il sindacato chiede quindi alle forze politiche di intervenire con misure concrete per migliorare le condizioni di lavoro degli infermieri e rafforzare il sistema sanitario.

"E' necessario investire nell'assunzione di nuovo personale, sburocratizzare le procedure e valorizzare sia il ruolo degli infermieri che le retribuzioni ferme al 1996.

"Solo così potremo garantire un servizio sanitario efficiente e di qualità ai cittadini del Lazio."

(cliccando qui potete scaricare il comunicato ufficiale con tanto di tabelle e spiegazioni)
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