Polvere parzialmente sgrassata, vedi l'etichetta

Polvere parzialmente sgrassata, vedi l'etichetta

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Secondo il Regolamento di esecuzione Ue 2023/5 della Commissione europea del 3 gennaio 2023 pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale comunitaria: L’ Acheta domesticus, o grillo domestico, potrà essere venduto sotto forma di polvere parzialmente sgrassata.

Ottima per fare qualunque tipo di alimento come biscotti, dolci, pane, pasta... Almeno cosi dicono...

Tranquilli, chi vorrà evitare di mangiare questa farina, o chi vorrà acquistarla, basterà leggere l’etichetta, se troverà scritto: polvere parzialmente sgrassata di Acheta domesticus (grillo domestico), deciderà se acquistarla oppure no.

A fianco all’elenco degli ingredienti verrà informato il cliente che questa farina può provocare reazioni allergiche nei consumatori con allergie note ai crostacei e ai prodotti a base di crostacei, ai molluschi e ai prodotti a base di molluschi e agli acari della polvere.

Allergia dovuta probabilmente alla Chitina, che può dare lievi eritemi cutanei fino  allo shock anafilattico.

Come viene prodotta la polvere di grilli?

Innanzitutto l’insetto resterà’ a digiuno 24 ore per consentire lo svuotamento intestinale e poi verrà’ ucciso tramite congelamento, poi verrà lavato e subirà un trattamento termico, essiccato, estratto l’olio e infine macinato.

Sono anni che l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura (Fao) spinge verso il consumo di insetti anche in Occidente, strategia che dovrebbe ridurre l’impatto ambientale di allevamenti animali e dalla produzione di soia e mais che è considerata devastante.

Pensate che un chilo di grilli ha bisogno di circa15 mila litri di acqua in meno rispetto a ogni chilo di carne prodotta e il loro allevamento genera 100 volte meno gas a effetto serra.

In Italia siamo bravi, infatti l’agroalimentare italiano ha una emissione di CO2 pari ad 1/3 delle emissioni francesi e metà di quelle tedesche.

In altri continenti, mangiare insetti è considerato normale. In alcuni menu’ di grandi ristoranti in Gran Bretagna, Olanda o Belgio compaiono già piatti a base di formiche, cavallette, scorpioni e simili.

Onestamente per salvare il mio piccolo pianeta sarei disposto a mangiare carne in vitro (ma i prezzi sono ancora altissimi), piuttosto che insetti.

Anche perché il prezzo della farina di insetti si aggira intorno ai 70 euro al kg e con lo stipendio da infermiere che mi ritrovo, certamente non posso permettermela.

Confagricoltura ricorda che l’80% della popolazione mondiale già include regolarmente gli insetti nella propria alimentazione, Efsa (l’autorità europea per la sicurezza alimentare) certifica che assolutamente non fanno male.

International Platform of Insects for Food and Feed afferma che entro il 2030, con l’eventuale crescita del settore, si potrebbe arrivare a produrre 2-5 milioni di tonnellate l’anno di farina di grillo, a seconda del quadro legislativo.

Io infermiere, voglio lanciare una freccia alla tradizione, ricordando a tutti che fino a prova contraria la dieta mediterranea contrasta il rischio di patologie croniche come diabete, ipertensione arteriosa e obesità.

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