Nuovo CCNL sanità, intervento del Nursing Up.

Nuovo CCNL sanità, intervento del Nursing Up.

Il Nursing Up, senza mezzi termini è intervenuto a sostegno di un alveo autonomo di contrattazione per gli infermieri e per un ordinamento professionale con incarichi in grado, finalmente, di valorizzarne l'elevato profilo e le competenze.

I problemi sono tanti, troppi, dalle ridicole indennità, ferme da decenni, al lavoro usurante non riconosciuto a pieno, al nulla osta, che costringe migliaia di colleghi a vivere anni e anni lontani da casa. Patetico vincolo di esclusività, stipendi sotto la media Ocse

Basta divisioni, non esistono infermieri di serie B o C, (quelli di serie A sono i dirigenti infermieri). L'Italia è l'unico paese in Europa, dove c'è un divario spaventoso, in termini di diritti, tra pubblico e privato.

A settembre riprenderà la contrattazione, “Questo è il contratto che gli infermieri e le altre professioni sanitarie con la medesima base giuridica da tempo aspettavano “, ha esordito il nostro Presidente in trattativa, "entrambi gli atti di indirizzo, sia quello del Comitato di Settore, che la  “direttiva madre” che parte dalla tanto attesa riforma della P.A voluta dal Ministro Brunetta, consentono  di mettere in atto una riforma globale dell’ordinamento professionale”. In questo momento decisivo non possono esistere più alibi, soprattutto da parte di taluni sindacati, dal momento che i perimetri delle direttive consentono al tavolo negoziale ampi margini di manovra.

Per il Nursing Up le premesse per dare agli infermieri l'alveo autonomo di contrattazione ci sono. D'altronde è lo stesso Brunetta, nella propria direttiva che ha previsto la costituzione di un'area delle elevate professionalità, dove collocare ruoli e le posizioni non dirigenziali.

Ebbene, gli infermieri rientrano a pieno titolo in tale alveo. Abbattuto il muro della contrattazione separata con fondi dedicati, la musica cambierà nel breve periodo.

Il nostro Presidente ha tenuto poi a precisare, che le risorse che la legge ha destinato all’indennità di specificità infermieristica, 335 milioni, e quelle destinate all’indennità per le altre professioni sanitarie, 100 milioni, non devono considerarsi in alcun modo come risorse contrattuali disponibili (sono soldi a parte, già nostri) per le negoziazioni perché esse vanno esclusivamente "finalizzate", quindi trattate come risorse vincolate, che devono andare solo agli infermieri e gli altri professionisti sanitari interessati, e che, proprio per questo le stesse non devono essere prese in considerazione per calcolare il valore percentuale dell’incremento retributivo generale.

Abbiamo lottato per giorni nelle  piazze italiane, ha detto il nostro Presidente, abbiamo scioperato per ottenere tali indennità, e continuiamo, giorno per giorno, a reiterare alle regioni la nostra richiesta di rimpinguare i fondi ed integrarne gli importi.  

Come sindacato saremo presenti con tutta la nostra determinazione, intanto abbiamo sottolineato, ancora una volta, che le risorse a disposizione sono quelle che sono, di certo non quelle che ci aspettavamo. Ma non deve essere questo, in alcun modo, quell'alibi  che consentirà  di non raggiungere quella revisione fondamentale dell’ordinamento professionale che gli infermieri e le altre professioni sanitarie aspettano da tempo.

Nursing Up ha, inoltre, sottolineato l’esigenza di una  completa rivisitazione del sistema delle indennità, affinché si vada finalmente a integrare quelle vergognose e ridicole cifre, che risalgono a disposizioni vecchie ormai di un trentennio, che ancora oggi gli infermieri percepiscono a fronte della loro elevata qualificazione.

Il vero riconoscimento, di una nazione verso una categoria, la si può evincere dalla retribuzione.

Tutti, nessuno escluso, dovranno scendere in campo, per contribuire alla valorizzazione della nostra categoria, in un frangente delicatissimo dove, i professionisti della sanità, vanno messi nella condizione di offrire ai cittadini un servizio sanitario efficiente, puntuale, completamente diverso da quello in cui siamo trovati ingabbiati, tra disorganizzazione, rischi, responsabilità, demansionamento, precariato e stipendi assolutamente non equiparati alla media europea, ma nemmeno al costo della vita in Italia.

La politica guarda solo i numeri, e noi infermieri, questa volta, glieli daremo. Uniti si vince.

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