Mobbing, paura, infermieri. Lettera di una collega.

Mobbing, paura, infermieri. Lettera di una collega.

Un saluto a tutti i colleghi, sono un infermiera, non sono italiana, volevo pubblicare la mia esperienza in un ASP e mi scuso se potrebbero esserci errori.

Il 15 ottobre volevo aderire alla protesta organizzata dal Nursing Up a Roma, ci tenevo tanto, era tutto organizzato assieme ad altri colleghi. 

Ho chiesto un giorno di ferie per essere libera, ma all'ultimo minuto si ammala una collega, di conseguenza sono stata richiamata in servizio.
Ho parlato con il mio sindacato, generico, per trovare una soluzione, ci tenevo ad andare alla protesta, ma ho ricevuto una secca risposta della sindacalista: "Non è il momento di protestare!"

Ho sostenuto come potuto via facebook i colleghi che hanno poi avuto fortuna di rappresentarci a Roma.
Ho cercato di sensibilizzare più infermieri possibili alla protesta ma sembrava che dove lavoro, interessi solo a me protestare.

Questa è una delle angosce che sento.
Sembra che protestare, scioperare, sia qualcosa di sbagliato che non si fà, che noi infermieri non dobbiamo assolutamente fare o pensare di fare, come se noi non avessimo diritti, problemi, figli, come se a noi i soldi non servissero, come se noi infermieri, se ci ammalassimo o venissimo denunciati, fosse qualcosa da tenere già in conto in quel misero, piccolo, mortificante stipendiuccio da operaio non specializzato (senza offesa per gli operai, che però non rischiano la galera, il risarcimento danni ne di portare malattie ai figli o di contrarla).

Mi ritrovo spesso sola a pensarla così.

Penso che molti colleghi conoscano o immaginano poi la situazione nelle case di riposo! Penso che non serve aggiungere molto all'immaginazione.


Sono stata iscritta in un sindacato generalista per 6 anni, ho capito che non è il sindacato per me, ne per noi operatori della salute. Ho regalato i miei soldi senza nulla in cambio.
Pensavo che iscrivendomi ad un sindacato grande sarei stata tutelata, protetta, ma in realtà ho solo subito una fase di mobbing che mi ha anche portato ad un esaurimento psicofisico. Senza che nessuno mi tutelasse.

Per molti anni ho sofferto di astenia, ho fatto anche una seria di controlli cardiologici, etc.

Fortunatamente sono riuscita a trovare la forza per riprendermi, ma è stata dura.

Nonostante fosse iscritta ad un sindacato di un certo spessore, ma solo sulla carta, mi sono sentita tenere dal datore di lavoro come un coltello alla gola!;

"Io ti do il lavoro, Quindi è lecito che tu senta il "coltello alla gola!""
Quindi a cosa è servito essere iscritta sei anni a questo sindacato?
Ho tentato di parlarne con le colleghe, di fare squadra e chiedere i nostri diritti, almeno quelli basilari.
Infine non ho ottenuto nulla, sono stata lasciata sola.


Solo mobbing ed esaurimento fisico.
Sono andata anche allo sportello mobbing, mi hanno risposto che è difficile da dimostrare.
Il direttore era più informato di me, ho detto tutto.
Pensavo di trovare in Italia una realtà diversa, ma ho notato che soprattutto nel privato c'è tanta paura di aderire ad organizzazioni che lottano per i diritti, ai sindacati di categoria.


Per ora finisco qui.
Ma ho ancora tanto da raccontare.
GRAZIE.
Una collega INFERMIERA