La favola del SSN e dei sette comandanti

La favola del SSN e dei sette comandanti

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Questa favola richiama le vicende che avvengono quotidianamente in un sistema sanitario nazionale (SSN), quello italiano, sempre più in difficoltà. 

Un SSN che si confronta con la sfida di offrire servizi di qualità ai cittadini, ma che si trova a dover affrontare problemi di organizzazione, gestione, burocrazia e sprechi.

Il SSN è rappresentato da una squadra di canoa, composta da un solo rematore e sette comandanti, che devono gareggiare con una squadra giapponese, formata da sette rematori e un solo comandante.

La favola narra le peripezie della squadra italiana, che cerca inutilmente di migliorare le proprie prestazioni ricorrendo a costosissimi consulenti esterni, cambi di struttura, incentivi a capitani e super visori, nuove canoe, ma che alla fine viene sempre sconfitta dai giapponesi, più efficienti e coordinati.

La morale della favola è che per ottenere risultati bisogna lavorare in squadra, ridurre gli sprechi, valorizzare le competenze e ascoltare i professionisti e i bisogni dei cittadini.

La favola si ispira a una parabola aziendale molto nota:

Due società di grosse squadre di canoa, una italiana e una giapponese, decidono di sfidarsi annualmente a chi è la migliore.

Le squadre sono molto competitive e sono composte da 8 uomini, entrambe si allenano duramente per vincere la sfida annuale.

Quando arrivò il giorno della gara entrambe le squadre erano in forma, ma i giapponesi vinsero con un km di vantaggio.

Il Top Management della squadra italiana non riusciva a spiegarsi come. Allora decisero di affidarsi a una costosissima società di consulenza per investigare e capire, cosi da essere preparati per il prossimo anno.

Dopo mesi di duro lavoro, l’agenzia capì il problema: osservarono che il team giapponese aveva 1 capitano e 7 rematori, mentre la squadra italiana aveva 7 capitani e un rematore.

La conclusione fu che nella squadra italiana c’erano troppi comandanti.

I grandi dirigenti, convinti che avrebbero sicuramente vinto l’anno successivo, decisero di cambiare coraggiosamente la struttura della squadra con il supporto di costosissimi esperti.

La nuova formazione della squadra di canoa era composta da 4 valorosi comandanti, 2 esperti supervisori, un glorioso capo supervisore e un rematore a cui erano state date precise e ulteriori istruzioni e responsabilità.

La squadra si allenò duramente con costanza e finalmente arrivò il giorno della rivincita.

I giapponesi scesero in acqua con la stessa formazione di sempre: un capitano e sette rematori.

Con grande sorpresa di tutti, soprattutto del Top Management, i giapponesi questa volta non vinsero con un km di distanza, ma con ben 2 km di vantaggio.

Il direttore generale era infuriato, mentre quello giapponese si inchinava ai rematori prima e al capitano poi.

Il rematore italiano venne immediatamente licenziato e definito incompetente e fannullone.

Il giorno successivo, il direttore generale decise di dare comunque un sostanzioso premio produttività ai comandanti, ai supervisori e al capo supervisore per il grande impegno profuso e il duro lavoro svolto.

La costosa società di consulenza decise di chiamare altri costosi esperti e concluse che la tattica era giusta e che bisognava solamente acquistare una nuova e costosissima canoa, che avrebbe permesso al nuovo rematore di andare più veloce.

I giapponesi sono di nuovo pronti alla nuova sfida annuale, gli italiani al momento sono impegnati nella progettazione della nuova canoa.

Vieni su infermieri fuori dal comparto (gruppo Facebook) e lascia un commento oppure scrivi a lapaginadinursingup@yahoo.it, pubblicheremo la tua storia, anche in anonimato.

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