La cura non è un algoritmo: investire negli infermieri per un futuro di salute.
E’ in corso una sperimentazione di un algoritmo per la determinazione del fabbisogno di personale sanitario.
L'algoritmo promette di superare i rigidi parametri predefiniti, adattandosi alle esigenze specifiche di ogni reparto e ospedale. Un indubbio vantaggio in termini di flessibilità.
Un
palliativo che non risolve i nodi strutturali.
A
cosa
serve un algoritmo, quando le più prestigiose evidenze
internazionale dicono che il rapporto infermiere paziente deve essere
di uno a 5? Mentre nelle sub intensive 1 a 2 e nelle intensive 1 a 1?
La carenza di personale infermieristico affonda le radici in problematiche profonde, quali la bassa retribuzione, le condizioni di lavoro spesso gravose e la carenza di tutele.
Un
algoritmo non può e non deve sostituire interventi strutturali
mirati a rendere la professione più attrattiva e a valorizzare il
lavoro di chi la svolge con dedizione.
Monitoreremo
con attenzione, l’evolversi della sperimentazione, valutando
attentamente i suoi effetti concreti sull'efficienza del sistema
sanitario e sulle condizioni lavorative del personale. Non si può
accettare che diventi un pretesto per giustificare tagli al personale
o per deresponsabilizzare la politica dalle proprie inadempienze.
Occorre
un impegno concreto per migliorare le condizioni lavorative degli
infermieri, aumentare gli stipendi e investire nella formazione. Solo
così si potrà creare un sistema sanitario efficiente, sostenibile
e, soprattutto, rispettoso dei professionisti che lo animano.
La
vera sfida è quella di costruire un sistema che valorizzi il lavoro
degli infermieri e garantisca ai cittadini un'assistenza di qualità.
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a dire cosa ne pensi sul Gruppo Facebook “Infermieri fuori dal
Comparto”, oppure scrivi a lapaginadinursingup@yahoo.com
Vincenzo Parisi