Italia ultima in Europa per vita/lavoro. Politiche inefficienti, largo ai giovani
Secondo un recente studio di Remote, “l’European work-life balance 2023”, l'Italia è all’ultimo posto in Europa per quanto riguarda l'equilibrio vita-lavoro (ore di lavoro, ferie, stipendio, welfare-state, salario minimo, etc).
Meglio dell’Italia: Grecia, Portogallo, Spagna, Estonia, Slovenia, Lettonia, Croazia, Serbia, Bielorussia, Repubblica Ceca, Polonia e tutti i Paesi europei, a esclusione di Ungheria, Slovaccia e Romania, superati per un pelo, ma nella pratica sono nello stesso pozzo di inefficienza.
Questo report evidenzia le gravi carenze delle politiche italiane in materia di lavoro e benessere dei cittadini, con conseguenze negative sia sulla salute mentale che fisica dei lavoratori.
1 italiano su 3 ha dichiarato che il lavoro influenza negativamente la vita privata.
Un quadro desolante: salario minimo assente, ore di lavoro eccessive, stress diffuso, ambienti lavorativi definiti tossici, stipendi ultimi nella media OCSE rispetto a rischi, responsabilità, inflazione e caro vita. Ad esclusione di politici e dirigenti pubblici, che sono messi molto bene nella media OCSE.
Lo studio evidenzia alcuni aspetti critici che affliggono il panorama lavorativo italiano:
Salario minimo assente: L'Italia, a differenza degli altri paesi europei, non ha un salario minimo garantito, lasciando i lavoratori più vulnerabili a condizioni di sfruttamento. In contrasto, nazioni come il Lussemburgo, primo in classifica, vantano un salario minimo di 14,26 dollari l'ora, mentre in Grecia ammonta a 5 dollari, in Spagna a 9 e in Francia a 12.
I dati Eurostat rivelano che in Italia si lavora troppo, con circa 2 milioni di lavoratori che superano le 50 ore settimanali. Questo fenomeno, unito alla mancanza di adeguate misure di tutela, contribuisce all'aumento di stress, ansia e disturbi mentali tra i lavoratori.
Il report sottolinea il legame tra lavoro e salute mentale. Un italiano su 3 lamenta effetti negativi del lavoro sulla propria vita privata, con il 58% che dichiara di soffrire di stress e ansia da lavoro e un preoccupante 13% che ha ricevuto una diagnosi di disturbo mentale.
Un sondaggio del Nursing Up Emilia Romagna evidenzia la grave situazione nel settore sanitario, dove il 92% dei professionisti intervenuti afferma di essere insoddisfatti sia dello stipendio che delle condizioni lavorative, tanto da spingere il 60% a considerare un cambio di impiego.
Politiche inadeguate e la necessità di un cambiamento radicale
I dati presentati nello studio di Remote e le testimonianze raccolte tra i lavoratori, soprattutto nel settore sanitario, dipingono un quadro allarmante che richiede un intervento immediato e deciso da parte delle istituzioni. Le politiche attuate finora si sono dimostrate fallimentari e incapaci di garantire un equilibrio tra vita lavorativa e vita privata dei cittadini.
La politica attuale dovrebbe dimettersi e fare largo ai giovani.
Cosa serve per un'Italia che lavori meglio e viva meglio?
Per invertire questa rotta negativa e migliorare la qualità della vita lavorativa in Italia, sono necessari cambiamenti radicali:
Introduzione di un salario minimo: Istituire un salario minimo adeguato garantirebbe un reddito dignitoso a tutti i lavoratori, contrastando lo sfruttamento e favorendo una maggiore equità sociale.
Riduzione dell'orario lavorativo: Promuovere una riduzione dell'orario lavorativo, a parità di stipendio, permetterebbe ai cittadini di conciliare meglio le esigenze lavorative con quelle personali e familiari, favorendo il benessere psicofisico.
Investimenti in welfare e salute mentale: Incrementare gli investimenti in misure di welfare e supporto psicologico è fondamentale per aiutare i lavoratori a gestire lo stress e prevenire l'insorgenza di disturbi mentali.
Miglioramento delle condizioni di lavoro nel settore sanitario: Rivedere le politiche retributive e le condizioni lavorative nel settore sanitario è prioritario per valorizzare il lavoro degli operatori sanitari e garantire un'assistenza sanitaria di qualità ai cittadini.
Creare Leggi a tolleranza zero su corruzione, malavita e sicurezza,
L'Italia si trova ad un bivio: continuare sulla strada attuale, con gravi conseguenze per il benessere dei cittadini e la tenuta del sistema sociale, oppure attuare le riforme necessarie per creare un Paese che lavori meglio e dove vivere sia davvero un diritto. La scelta purtroppo è nelle mani di chi governa e di chi rappresenta i cittadini.
Dirigente Sindacale
Vincenzo Parisi