Infermieri sfruttati, politici distratti: chi pagherà il conto?
Negli ultimi anni, gli infermieri italiani hanno spesso manifestato, con poco successo, il loro malcontento e le loro richieste attraverso proteste e scioperi. Tali manifestazioni sono generalmente dovute a una serie di motivi tra cui:
L'Italia si trova di fronte a una crisi senza precedenti nel settore sanitario, con gli infermieri che rappresentano la categoria più colpita. Mancano oltre 100.000 infermieri, 8400 ostetriche, migliaia di OSS, cifre che entro pochi anni raddoppieranno, e le conseguenze sono già tangibili: liste di attesa lunghissime, carenze di assistenza e un aumento esponenziale delle denunce per malasanità.
Società scientifiche Fossc: in 10 anni, tra 2011-2021, in Italia sono stati chiusi 125 ospedali, ben il 12%.
Cosa intende fare la politica per evitare la fuga degli infermieri? Creare nuove figure professionali, nuove lauree magistrali, aumentare le responsabilità e la formazione annuale sono proposte che rasentano la comicità.
Se si vuole attirare e trattenere infermieri, bisogna pagarli adeguatamente, come fanno i paesi leader in Europa, che stanno attivamente cercando infermieri formati in Italia. Nel frattempo, i nostri politici cercano infermieri in India, con formazione discutibile.
Gli infermieri volgiono poche cose, che poi sono le stesse che chiede il Nursing Up da anni, ma serve forza rappresentativa per imporsi:
Stanziamento di risorse ad hoc per il personale sanitario
Stipendi media OCSE (Più 1000 euro, per iniziare, niente a fronte di uno stipendio fermo dal 1996, siamo professionisti, mettetevelo in testa).
Miglioramento delle condizioni di lavoro
Valorizzazione delle professioni sanitarie
Riconoscimento di professione usurante
Pensione anticipata
Indennità di esclusività (come per i medici)
Mobilità libere
Contratto unico nazionale (pubblico/privato, con possibilità di creare nuovi contratti solo se migliorativi economicamente e professionalmente)