Infermieri in pensione anticipa, ma non tutti. Divide et impera
Il
lavoro degli infermieri è estremamente usurante sia dal punto di
vista fisico che mentale.
Gli infermieri, tutti e non solo quelli dell’area critica o emergenza/urgenza, sono chiamati a lavorare in condizioni stressanti, con carichi di lavoro pesanti e turni lunghi e irregolari.
Il decreto legge 30 marzo 2023, n. 34, Art. 12 non fa altro che dividere e continuare la solita politica di divide et impera.
Il decreto legge 30 marzo 2023, n. 34
Misure
per il personale dei servizi di emergenza-urgenza
Comma 6: a decorrere dalla data di entrata in vigore del presente decreto-legge, al personale sanitario per cui il primo accredito contributivo decorre successivamente al 1° gennaio 1996, e' riconosciuto, ai fini dell'accesso alla pensione di vecchiaia e alla pensione anticipata, l'incremento dell'eta' anagrafica a cui applicare il coefficiente di trasformazione previsto dall'articolo 1, comma 6, della legge 8 agosto 1995, n. 335, pari a due mesi per ogni anno di attività effettivamente svolta nei servizi di urgenza ed emergenza presso le Aziende e gli Enti del Servizio sanitario nazionale, nel limite massimo di ventiquattro mesi.
La disposizione di cui al primo periodo si applica esclusivamente ai pensionamenti decorrenti dalla data di cui al medesimo primo periodo fino al 30 giugno 2032.
Comma 7: agli oneri derivanti dal comma 6, valutati in 60.000 euro per l'anno 2023, 200.000 euro per il 2024, 400.000 euro per il 2025, 700.000 euro per il 2026, 1.100.000 euro per il 2027, 1.700.000 euro per il 2028, 2.300.000 euro per il 2029, 3.200.000 euro per il 2030, 4.000.000 euro per il 2031 e 5.100.000 euro annui a decorrere dal 2032, si provvede ai sensi dell'articolo 24.
Lapaginadinursingup che non parla a nome della sede nazionale del sindacato di categoria è profondamente contrariata. Tutta la categoria merita di andare in pensione anticipata e anche gli OSS a dirla tutta.
Vi invitiamo a convergere su infermieri
fuori dal comparto, inizieremo una serie di proteste in difesa del SSN
e delle professioni sanitarie