Infermiere stanco, non voglio più tenere la testa bassa.

Riportiamo un comunicato di alcuni attivisti di "infermieri fuori dal comparto":

Ogni giorno spingiamo sempre più forte per mandare avanti i reparti, i pronto soccorso, le sale operatorie.
Ora è il momento di dire basta.
Di dire basta ai discorsi di PALAZZO.
MI SONO STANCATO DI ESSERE CONSIDERATO UN SEMPLICE OPERAIO.

Mi sono stancato di sentire un'immensa responsabilità sulle spalle per 4 spiccioli che non ti permettono neanche di pensare di costruire una casa e una famiglia.
Basta, non ho più voglia di tenere la testa bassa.

Ricordo le notti con 28 pazienti covid che facevano ossigeno...
quelle notti nel covid ci NUOTAVO. CI hanno trattato a suon di GRAZIE E PACCHE SULLE SPALLE.

Ma quando sei costretto a stare mesi lontano dalla tua FAMIGLIA per non infettarli... No... questo non si ripaga con i due EURO DELLA ZECCA DI STATO. NO ASSOLUTAMENTE.
IL PIANTO DI TUO FIGLIO CHE NON TI VEDRÀ PER MESI TE LO RICORDERAI PER TUTTA LA VITA.

MOLTI COLLEGHI SI SONO AMMALATI, ALTRI IN RIANIMAZIONE HANNO RISCHIATO DI MORIRE, ALTRI SONO MORTI...
NON CI BASTA IL CONTENTINO...
METTETEVI QUELLA TUTA ADDOSSO PER 12 ORE REPERENDO ARTERIE, VENE, GESTENDO CPAP E INTUBANDO PAZIENTI.
ADESSO CI SIAMO STANCATI.
BASTA. QUESTO È IL GRIDO DI DOLORE DEGLI INFERMIERI ITALIANI.

CHIEDIAMO:

- L'USCITA DAL COMPARTO
- Risorse economiche dedicate e proporzionali a rischi, responsabilità e carichi di lavoro.
- Stipendi fermi da decenni, contratto e indennità obsoleti, fermi ai tempi della Lira.

- Siamo usurati e non riconosciuti.
- Basta infermieri differenze tra pubblico e privato.
- Mancano 53.000 infermieri ma abbiamo infermieri precari, disoccupati e graduatorie non terminate.
- BASTA VINCOLO DI ESCLUSIVITA', VOGLIAMO ANCHE NOI LA POSSIBILITÀ DI SVOLGERE UN'ATTIVITÀ DIFFERENTE ALLA PROPRIA
- MOBILITÀ LIBERE, BASTA NULLA OSTA.

FATE COPIA E INCOLLA NELLA PEC E INDIRIZZIAMO ALLO STATO. SIAMO 17 MILA FACCIAMOCI SENTIRE.

Vi aspetto nel gruppo Facebook, INFERMIERI FUORI DAL COMPARTO

Scritto e inviato da alcuni attivisti di "infermieri del gruppo Facebook"