IMPENNATA DI SUICIDI, BASTA.

IMPENNATA DI SUICIDI, BASTA.

Novembre 2020, è davanti agli occhi di tutti che a livello nazionale l’impatto del covid-19 sulla salute mentale del paese è stato, e continua ad esserlo, soprattutto sugli operatori della salute, devastante.

Siamo stati investiti da qualcosa senza precedenti.

Gli operatori della salute nella prima onda non si sono tirati indietro, davanti ad un nemico sconosciuto, ma nemmeno nella seconda. Hanno dovuto affrontare problemi a cui il SSN non era minimamente pronto ne in termini di DPI ne di organizzazione ne prontezza di reazione, se non da parte degli operatori sanitari che sono stati eccelsi, a differenza della stragrande maggioranza dei dirigenti.

La differenza però, tra la prima e seconda onda, che nella prima sentivamo il sostegno del Paese, del popolo, e con orgoglio, gli operatori si sono lanciati in questa sfida che ripetiamo al mondo non ha precedenti.

Sfida non colta da tutti, c'è una fetta della popolazione che si lascia influenzare da fake news sulla NON pericolosità del virus, falsa.

Non è l'indice di mortalità a preoccupare gli operatori sanitari e governi ma l'indice altissimo di ospedalizzazione, mai visto nella storia dell'uomo moderno.
Questo indice, altissimo, potrebbe riempire tutte le rianimazioni e terapie intensive in pochissimi giorni provocando il crollo del SSN. Crollo che porterebbe molte più vittimi e scenari che solo gli addetti ai lavori possono capire.

Il problema forse è nella comunicazione, oggi la stampa e ci dispiace dirlo non sa dare le informazioni come sapeva darle nei decenni passati. Titoli ambigui, annunci di catastrofi imminenti, che minano la credibilità di quello che scrivono o di quello che dicono.
Fatto sta che i professionisti in trincea non solo stanno subendo e sopportando carichi di lavoro enormi per carenza storica di personale (blocco assunzioni a partire dal 2009, tagli continui alla sanità, etc).

Nella seconda onda gli operatori sanitari, che a marzo si sentivano onorati e acclamati di lottare per il paese, oggi invece si sentono tra una padella e la brace.

Tra chi ci ritiene terroristi, perchè non crede al covid-19 e chi ci ritiene untori, perchè lavoriamo contro il covid-19.
Colleghi chiamati terroristi solo perchè si spostavano con la propria ambulanza durante una chiamata.
Chi ci ritiene untori, colleghi che si sono visti rifiutare l'affitto della casa o la parrucchiera perchè infermieri e potenziali positivi.

Gli operatori sanitari sanno che oggi devono essere più empatici di prima, in questo momento, per sostenere il dolore mentale, la preoccupazione, lo stress, la paura.

Una parte del popolo guarda al futuro ma non riuscire a vederlo, tutto genera paura, noi lo sappiamo e stiamo subendo in silenzio, tutto questo.

Ma il governo deve intervenire, molti di noi stanno cedendo, ormai non c'è giornata che non si sente di un infermiere che si è tolto la vita.

Nelle statistiche mondiali, Istat, l'infermiere è l'operatore sanitario più colpito dagli infortuni, dai suicidi, ma nessuno si chiede perchè proprio l'infermiere?
Nessuno fa niente per sostenerli? Aziende, Governi, giornali, sanno salamente puntare il dito su questa categoria troppo spesso usata come caproespiatorio, come tappa buchi per le loro mancanze.

L'infermiere è stanco, una gran parte di noi è talmente avvilita che non ha voglia di reagire e non crede più a nulla.
Mentre un altra grossa fetta è pronta a scendere in piazza, si sta unendo attraverso i social e noi lo faremo insieme a loro, li sosterremo con ogni mezzo a nostra disposizione.

Ogni anno il numero dei suicidi sta superando in molti paesi quello imputabile agli incidenti stradali. Mentre il numero di chi tenta il suicidio è di almeno dieci volte superiore, spesso restano invalidati per sempre da non poter tentarne un secondo.

Il rischio suicidio si è visto che aumenta con l'età (anche se la metà dei suicidi avviene a meno di 45 anni) ed è più frequente negli uomini. Mentre le donne superano gli uomini nel tentato omicidio. Uomini gay invece hanno un rischio di tentare il suicidio 3 volte maggiore a quello degli uomini eterosessuali, molto spesso sono perpetuati durante l’adolescenza, nella difficoltà di riconoscersi come omosessuale.

Essere coniugati e avere dei figli sembra ridurre il rischio di suicidio. Nelle statistiche i più a rischio sono infatti i single, le persone vedove e divorziate, di più quando sono uomini.
Le popolazioni bianche si suicidano di più rispetto a quelle di colore, in America ad esempio circa due suicidi su tre sono compiuti da persone di razza bianca.

Nelle persone disoccupate, la probabilità di suicidio è più elevata. La perdita di ruolo sociale, mancanza di lavoro, una visione buia del futuro, influiscono pesantemente sul rischio di suicidio.

Le categorie occupazionali più a rischio di suicidio gli INFERMIERI a seguire lavoratori sociali, medici,, dentisti, ma anche matematici, scienziati e artisti, anche se nessuna professione è esente dal suicidio.
ISTAT 2015: 77,9% UOMINI 22,1% DONNE.
65 anni e più 35%
45-64 anni 37%
25-44 anni 23%
fino a 24 anni 5%

A livello territoriale il Nord-est presenta i livelli di mortalità più elevati (8,3 suicidi ogni 100 mila abitanti), il Sud quelli più contenuti (4,5 ogni 100 mila abitanti).
I mesi più colpiti maggio, giugno e luglio.

Impiccagione e soffocamento (48,9%), la precipitazione (19,2%), l’uso di arma da fuoco ed esplosivi (11,3%). Malattie mentali nel 13,0% dei casi, malattie fisiche nel 6,0% dei decessi (ISTAT 2011-2013).

Da Marzo ad oggi in Italia si sono registrati più di 71 suicidi e 46 tentativi di suicidio che si ritiene siano connessi in maniera diretta o indiretta al coronavirus.

"Il Covid-19 ha infettato più di 26 milioni di persone in tutto il mondo e ha causato più di 870.000 vittime fino a oggi, colpendo vite e i mezzi di sussistenza delle persone.

I segnali di pericolo che ci devono far preoccupare sono: Parlare di voler morire, di sentirsi senza speranza, senza uno scopo, di non farcela, intrappolati, di provare un dolore insopportabile, di essere un peso per gli altri, aumento di alcol o droghe, ansia, agitatazione, dormire troppo poco o molto, isolarsi, sentire rabbia o parlare di vendetta, sbalzi d'umore.

"Se qualcuno che conosci mostra segni premonitori di suicidio, non lasciarlo solo, rimuovi ciò che potrebbe essere utilizzato per il gesto e chiedi aiuto a un medico o a un professionista della salute mentale".

In Italia si registrano ogni anno circa 4000 morti per suicidio, partendo dai 15 anni e più.

Le misure di quarantena collettiva, la solitudine, il distaccamento sociale sono state descritte in passato come associate ad un aumento del rischio suicidio, aggiungendo la crisi economica ci dovremo aspettare un boom di suicidi che ora si potrebbe prevenire.

A tutto questo, va aggiunta la paura di essere positivi al COVID-19 di ammalarsi o ammalare i propri cari.
Ci dobbiamo aspettare il peggio ma si potrebbe prevenire con le giuste politiche, nazionali ed internazionali, ma anche ognuno di noi nel nostro piccolo, aiutando il prossimo.

Il covid-19 e quello che ne consegue ha messo a dura prova persone forti,stabili, figuriamoci quelle fragili.
Il suicidio, ricordiamo che è la risultante di fattori genetici, biologici, individuali e ambientali.

Noi invitiamo tutti colleghi che avvertono i primi sintomi di non isolarsi, di parlarne con chi si ama, con un esperto, con un amico fidato o anche con noi, anzi, abbiamo aperto uno sportello virtuale, senza fine di lucro, un vostro collega che vi risponde, vi ascolta, vi consiglia, vi indirizza, tutto in forma anonima sul sito www.lapaginadinursingup.it ( sito voluto dalla responsabile Regionale del NursingUp Emilia Romagna) è attivo lo sportello virtuale #IOSONOCONTE dove gli operatori sanitari potranno parlare o scrivere, come preferiscono, del loro problema, qualsiasi, dalla violenza, al demansionamento, paura, disagio, anche un semplice sfogo per liberarsi della propria tensione. Tutto nell'anonimato più assoluto, vi saremo vicini, vi indirizzeremo, vi consiglieremo o dove lo desidererete e/o sarà possibile vi aiuteremo con i mezzi che come sigla sindacale abbiamo a disposizione.

Oppure scriveteci un vostro pensiero, articolo, se lo desiderate, magari liberatorio su tutto quello che pensate o volete, anche in forma anonima e li pubblicheremo.

Articolo scritto da un collega infermiere. VP

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