Errore super OSS, ecco perché.

Errore super OSS, ecco perché.

Intervista aperta a Vincenzo Parisi, infermiere da 20 anni, dirigente sindacale Nursing Up.

Premessa, tutte le figure professionali hanno diritto a evolversi, ogni figura da il meglio di se quando messa in condizioni di farlo, ma per ottenere il massimo bisogna agire secondo evidenze internazionali.

Le evidenze internazionali ci dicono che più infermieri vuol dire meno morti ospedaliere, meno infezioni, meno spesa sanitaria. Il personale di supporto è importante, in aggiunta e non in sostituzione.
Gli Oss con cui ho avuto il piacere di lavorare, onestamente sono già super, e come gli infermieri meriterebbero di guadagnare molto di più. Ripeto, le evidenze internazionali sono chiare, l'infermiere non può essere sostituito da nessuna figura, che sia un medico o altro. 

Sono favorevole ad aumentare gli OSS, ne servono tanti, ma in aggiunta e non in sostituzione. Ogni figura gioca un ruolo importante.
Con la proposta fatta in Veneto si rischia di erogare un assistenza meno qualificata con un probabile aumento di infezioni e morti ospedaliere, oltre che spesa sanitaria,

Chi pagherebbe poi per l'errore fatto? 

Mi chiedo cosa ne pensano i sindacati generici che hanno preso tanti voti, lasceranno passare? Immagino di si, non essendo loro sanitari, non possono capire a pieno il discorso.

L'Italia ha bisogno di infermieri, la popolazione italiana è una delle più vecchie al mondo: quasi il 20% supera i 65 anni di età e, secondo i dati ISTAT, nel 2050 circa l'8% degli italiani avrà più di 85 anni. Il sistema sanitario italiano crollerà 

Rapporto OCSE 2008: 17.000 pensionamenti l’anno a fronte di 8000 assunzioni l’anno, tra gli infermieri. Peggio di noi? Nessuno, almeno nei paesi che si considerano all’avanguardia.

L'Italia ha meno infermieri che dottori, il più alto numero al mondo di medici per abitante: più di 600 medici ogni 100 mila abitanti nel 2005. 

L'università italiana non forma abbastanza infermieri, con una carenza di circa 60 mila unita’.

L’OCSE sottolinea che in Italia c'è una carenza cronica di fondi, scarse opportunità di carriera, nepotismo, stipendi ridicoli, inferiori alla media europea. Il risultato che sempre più’ infermieri si licenziano, studenti che abbandonano già’ al primo anno. 

Un dato preoccupante che emerge è la volontà di cambiare lavoro appena possibile. Il 36% degli infermieri italiani lascerebbero subito il paese. 

Secondo uno studio realizzato in Gran Bretagna, confermato da altri studi rinomati come RN4CAST, quando la gestione infermieristica passa da 10 a 6 pazienti la mortalità si riduce al 20%. Gli autori, come già anticipato, specificano che sostituire l’infermiere con altre figure non riduce la mortalità. Spiegatelo per favore alla regione Veneto.

Noi del Nursing Up, lo abbiamo sempre detto ai tavoli che contano, più infermieri significa meno morti, meno malattie, meno infezioni e meno spesa pubblica. Purtroppo la politica in Italia guarda solo i grandi numeri dei voti.

I sindacati di categoria pur essendo sempre in crescita e quelli generalisti sempre in calo, hanno comunque numeri molto inferiori di voti, e senza maggioranza non si comanda.

Finché’ infermieri e altri professionisti della sanità’ non capiranno questo, sarà’ dura.

Solo un infermiere sa cosa passa un infermiere nelle corsie, di notte, davanti a un emergenza, un decesso, una carenza, cosa rischia, il carico di lavoro, cosa subisce, e solo l’infermiere può rappresentare i professionisti della salute davanti alla politica o alle aziende.

L'Italia è il primo paese in Europa per l’antibiotico resistenza. Il 7-10 per cento dei pazienti va incontro a un’infezione batterica multi-resistente con migliaia di decessi anno. Le infezioni correlate all’ assistenza colpiscono ogni anno circa 284.100 pazienti causando circa 4.500-7.000 decessi (450.000 entro il 2050).
Un rapporto infermiere/paziente di 1 a 6, porterebbe un drastico calo delle infezioni ospedalieri e di conseguenza anche della mortalità e spesa pubblica. 

L’assistenza sanitaria, a causa dell’ invecchiamento della popolazione italiana, richiederà’ sempre maggiore impegno. Le malattie aumentano, la mortalità’ aumenta, i costi aumenteranno.

Esiste una soluzione? Si, basta volerlo. Ecco i miei consigli:

Esistono le soluzioni, e possono venire solo dai sindacati di categoria, viviamo purtroppo in una situazione d'incompetenza e scarsa conoscenza.

1) I soldi ci sono, basta spostarli, ottimizzarne il loro uso. L’Italia dal 2006, escludendo il 2009, ha più’ entrate che uscite.

2) Portare le graduatorie a termine, tutte.

3) Assumere tutti i colleghi in regola, precari e disoccupati

4) aumentare gli stipendi di almeno 600 euro, rendendo una professione piena di rischi, responsabilità’ e carichi di lavoro più’ appetibile.

5) Riconoscere i tanti diritti che non vengono concessi, rimuovere l'esclusività', il nulla osta, etc.

6) Permettere alle università’ di formare molti più’ studenti 

Ripetiamo, finché’ i sindacati di categoria infermieristici non avranno la piena maggioranza, non cambierà’ mai nulla.

Sono 40 anni che aspettiamo, e sicuramente continueremo ad aspettare, almeno fino alle prossime RSU.

Infermiere

Vincenzo Parisi

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