EROI MA PRIGIONIERI. LETTERA DI UN INFERMIERA.
Una collega ci ha inviato una bellissima lettera dove trapela tutto il suo malcontento per una situazione assurda che gli infermieri italiani stanno vivendo da più di un ventennio.
Eroi si ma non liberi d tornare a casa e aggiungiamo con uno stipendio mortificante prigionieri del comparto sanità.
Sono un'infermiera di 38 anni e dal 2016 lavoro fuori regione.
Vi scrivo per porre la vostra attenzione su una situazione che per quanto mi riguarda sta diventando ogni giorno più insostenibile. Io, come tanti altri colleghi, ci siamo trovati costretti ad allontanarci dalle nostre famiglie per avere la possibilità di prendere il ruolo e, come dicevo sopra, sono anni che siamo lontani da casa senza avere la possibilità di riavvicinarci ai nostri cari.
Quello che è sconcertante sono le STABILIZZAZIONI che ultimamente si stanno concedendo al centro-sud. Infatti, al contrario di molti infermieri che, come me, pur di ottenere il ruolo per aspirare ad un futuro economicamente piú tranquillo, hanno scelto di accettare loro malgrado contratti di lavoro lontani da casa, ci sono altri colleghi che senza aver partecipato a nessun bando di concorso si ritrovano, causa Covid-19, magicamente ad essere assunti a tempo indeterminato a due passi da casa.
A questo punto non mi sembra che si stia agendo meritocraticamente.
Sono una donna sposata, ed io e mio marito facciamo settimanalmente km e km, con notevole esborso monetario, pur di stare un po' insieme nella speranza di riuscire prima o poi a ritornare sotto lo stesso tetto. A quanto pare peró più passa il tempo e più la situazione peggiora.
Ci chiamano eroi per un lavoro che abbiamo scelto liberamente, per un lavoro che facciamo con passione, ma purtroppo negli ultimi anni, visto il trattamento che ci viene riservato, ci stiamo chiedendo se sia il caso di continuare a farlo.
I 100 euro saranno anche gratificanti ma ne faremmo volentieri a meno se venissero rispettati i nostri diritti.
Oltretutto, con il Covid-19, non è consentito lo spostamento, quindi oltre allo stress del lavoro c'è anche questo aspetto altamente demoralizzante; a questo proposito sono in attesa di nuove indicazioni per capire se posso rientrare nella mia residenza dopo il 03/05.
Un altro aspetto che vorrei porre alla vostra attenzione riguarda le tante aziende che procedono a stabilizzazioni o ad assunzioni a tempo determinato perché lamentano di non aver graduatorie attive; non è sempre così perché nel gennaio 2019 ho partecipato ad un bando di mobilitá extra - regionale per le Marche la cui graduatoria però non è MAI uscita.
Nella speranza che questa lettera venga presa in considerazione, porgo distinti saluti.
Un'infermiera fuori regione che vorrebbe tornare a casa.
FIRMA LA PETIZIONE LIBERA INFERMIERI E OPERATORI DELLA SALUTER, FIRMA PER RENDERE LIBERA LA SCELTA DI TORNARE A CASA https://www.change.org/p/sergio-mattarella-libera-infermieri-liberi-di-ritornare-a-casa-e-liberi-dal-comparto-ssn-18fdb684-6982-4d2e-bdf6-a6b431382f4e?recruiter=46031172&recruited_by_id=38094f50-7de7-0130-e31b-3c764e049c64&utm_source=share_petition&utm_medium=copylink&utm_campaign=petition_dashboard
SE ANCHE TU VUOI INVIARCI LA TUA STORIA, LA TUA ESPERIENZA , SCRIVI A LAPAGINADINURSINGUP@YAHOO.COM
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Sono un'infermiera di 38 anni e dal 2016 lavoro fuori regione.
Vi scrivo per porre la vostra attenzione su una situazione che per quanto mi riguarda sta diventando ogni giorno più insostenibile. Io, come tanti altri colleghi, ci siamo trovati costretti ad allontanarci dalle nostre famiglie per avere la possibilità di prendere il ruolo e, come dicevo sopra, sono anni che siamo lontani da casa senza avere la possibilità di riavvicinarci ai nostri cari.
Quello che è sconcertante sono le STABILIZZAZIONI che ultimamente si stanno concedendo al centro-sud. Infatti, al contrario di molti infermieri che, come me, pur di ottenere il ruolo per aspirare ad un futuro economicamente piú tranquillo, hanno scelto di accettare loro malgrado contratti di lavoro lontani da casa, ci sono altri colleghi che senza aver partecipato a nessun bando di concorso si ritrovano, causa Covid-19, magicamente ad essere assunti a tempo indeterminato a due passi da casa.
A questo punto non mi sembra che si stia agendo meritocraticamente.
Sono una donna sposata, ed io e mio marito facciamo settimanalmente km e km, con notevole esborso monetario, pur di stare un po' insieme nella speranza di riuscire prima o poi a ritornare sotto lo stesso tetto. A quanto pare peró più passa il tempo e più la situazione peggiora.
Ci chiamano eroi per un lavoro che abbiamo scelto liberamente, per un lavoro che facciamo con passione, ma purtroppo negli ultimi anni, visto il trattamento che ci viene riservato, ci stiamo chiedendo se sia il caso di continuare a farlo.
I 100 euro saranno anche gratificanti ma ne faremmo volentieri a meno se venissero rispettati i nostri diritti.
Oltretutto, con il Covid-19, non è consentito lo spostamento, quindi oltre allo stress del lavoro c'è anche questo aspetto altamente demoralizzante; a questo proposito sono in attesa di nuove indicazioni per capire se posso rientrare nella mia residenza dopo il 03/05.
Un altro aspetto che vorrei porre alla vostra attenzione riguarda le tante aziende che procedono a stabilizzazioni o ad assunzioni a tempo determinato perché lamentano di non aver graduatorie attive; non è sempre così perché nel gennaio 2019 ho partecipato ad un bando di mobilitá extra - regionale per le Marche la cui graduatoria però non è MAI uscita.
Nella speranza che questa lettera venga presa in considerazione, porgo distinti saluti.
Un'infermiera fuori regione che vorrebbe tornare a casa.
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