Demansionamento, lettera di una collega.
Lettera denuncia di una collega che lavora da 13 anni in Italia.
Lo scopo della professionista è informare e sensibilizzare i colleghi, in passato ha provato a segnalare e cambiare le cose, ma si è sempre trovata a lottare da sola, più volte ha temuto per il suo posto di lavoro e adesso preferisce restare anonima per il bene della figlia minore.
Lettera integrale:
La
settimana scorsa mi sono recata a fare il turno pomeridiano, la prima
consegna che ho ricevuto è
stata: quella di
chiudere i sacchi della spazzatura.
Li
ho dovuti chiudere, nonostante le mie proteste.
Già qualche
anno fà
chiesi
alle ragazze delle pulizie di portare via il sacco del bidone della
carta dell'
ambulatorio, perché pieno, e mi risposero
che era
compito dell'infermiere.
Allora
chiesi spiegazioni alla
coordinatrice che
mi rispose: per accordi presi con la direzione è l'infermiere che deve farlo.
Quindi, nella
realtà dove lavoro,
noi infermieri ci impegnano a
svuotare il sacco della carta.
Un
operaio
ci ha insegnato anche come
intervenire in caso di rottura
del tubo dell'acqua e come sbloccare l'ascensore.
Durante
la terapia del turno mattina sia il primario che la coordinatrice vogliono che prima di somministrare il farmaco
apriamo a mano tutte le tapparelle per illuminare bene la
stanza.
Infermieri
un po' tuttofare.
Se
un paziente vomita o
cade il latte a terra non abbiamo personale di pulizia che ci venga
incontro. Il risultato finale e che durante la
terapia avvengono
mille
interruzioni per
faccende che non hanno nulla di infermieristico.
Si
rompe
il
water? La
lampadina, la cartuccia, etc, noi dobbiamo
segnalare prontamente...
Tutto
riferito per anni al mio ex
sindacato, dove sono stata iscritta per anni, ma sembravo io la colpevole, infatti non si è mai risolto
nulla.
Ho lavorato in
diversi reparti, ma la storia è stata sempre
la stessa.
Appena
inizi la terapia, incominciano
i campanelli, la
padella, il
bicchiere, il
pappagallo,
il comodino...etc.
Lavoro è una grossa struttura privata, il
personale di supporto è al minimo e non riesce a rispondere ai
campanelli ne di mattina ma nemmeno di pomeriggio.
Non
penso che ad
un
medico si permetterà mai nessuno di chiedere di abbassare le
tapparelle.
Questa mia esperienza di demansionamento, la voglio raccontare per informare e sensibilizzare i colleghi, inizialmente mi sono esposta, ma sono stata subito lasciata sola, sia dai colleghi che dai tre sindacati che hanno il monopolio nella struttura, ho anche temuto per il mio posto di lavoro.
Uno stipendio fermo da tredici anni, e ci costringono a fare qualsiasi mansione (pulizie, improvvisarci parrucchiere, manicure, etc).
Da
13 anni lavoro
in Italia come infermiera, lo stipendio è sempre lo stesso ma il
costo della vita e la mole di lavoro continuano a lievitare in modo pauroso.
Il
governo parla
di eroi, di premi, di bonus, noi non abbiamo visto nulla, ma nemmeno
la vogliamo la carità, l'unico desiderio auspicato sarebbe un
contratto nazionale unico tra pubblico e privato con uno stipendio
che ti permetta di arrivare almeno a fine mese.
Ho sentito di persone che fanno assistenza, senza titolo di studio, ne responsabilità, qualcuno a nero, che guadagnano molto più di noi.
Mi sento discriminata quando sento parlare di aumenti considerevoli ai medici, ai politici, enormi premi ai dirigenti infermieristici che anche se spesso sbagliano, sanno dove puntare il dito. I governi spendono di miliardi buttati in armi, nella corruzione e malavita, ma per noi non ci sono mai soldi.
Ringrazio i colleghi della pagina di aver pubblicato il mio sfogo, so che ci state provando ed io sono con voi.
Un infermiera stanca.
Se vuoi inviare anche tu la tua storia, lavoro, esperienza, altro, anche in anonimato lapaginadinursingup@yahoo.com