Congedo parentale 2024, le novità
Il
congedo parentale è un diritto riconosciuto ai genitori lavoratori
dipendenti, che consente loro di astenersi dal lavoro per un periodo
di tempo limitato per prendersi cura dei propri figli.
Il
congedo parentale spetta ai genitori, sia naturali che adottivi o
affidatari, che siano in costanza di rapporto di lavoro, entro i
primi 12 anni di vita del bambino.
Il
periodo di congedo parentale complessivo, tra i due genitori, non può
superare i 10 mesi, elevabili a 11 se il padre lavoratore si astiene
dal lavoro per un periodo, continuativo o frazionato, di almeno 3
mesi.
I
periodi di congedo parentale possono essere fruiti dai genitori anche
contemporaneamente.
Nell'ambito dei suddetti limiti complessivi, il diritto di astenersi dal lavoro spetta:
alla madre lavoratrice dipendente per un periodo continuativo o frazionato, massimo sei mesi
al padre lavoratore dipendente per un periodo, continuativo o frazionato, massimo sei mesi, che possono diventare sette in caso di astensione dal lavoro per un periodo di almeno tre mesi
al padre lavoratore dipendente, anche durante il periodo di astensione obbligatoria della madre (a partire dal giorno successivo al parto) e anche se la stessa non lavora
al genitore solo (padre o madre) per un periodo continuativo o frazionato di massimo 11 mesi (anche se adottivi o affidatari)
La
legge 24 dicembre 2012, n. 228 introduce
la possibilità di frazionare a ore il congedo parentale, rinviando
però
alla contrattazione collettiva.
Per
i periodi di congedo ulteriori rispetto ai nove mesi indennizzati,
spetta un'indennità pari al 30% della retribuzione media
giornaliera, se il reddito
individuale del
genitore richiedente è
inferiore all’importo di 2,5 volte annuo del trattamento minimo di
pensione.
Cosa cambia per il 2024?
La legge di Bilancio 2024 dice che i genitori, in alternativa tra loro, per la durata di due mesi (fino al sesto anno di vita del figlio), potranno fruire di un congedo parentale indennizzato all’80% della retribuzione mensile. Per i restanti mesi l’indennità è pari al 30%. Solo per i lavoratori che terminano il periodo di congedo di maternità (o di paternità) successivamente dal 31 dicembre 2023.
Dal
2025 invece
l’indennità
sarà dell’80% per il primo mese e del 60% per il secondo e del 30%
per i mesi successivi.
Cosa
dice il nostro CCNL sanità 2019-2021 a proposito?
L’art 60 del CCNL 2019-2022 disciplina i congedi dei genitori, in conformità al D. Lgs. n. 151 del 2001, con le specificazioni di cui al presente articolo. La lavoratrice o il lavoratore ha diritto all'intera retribuzione durante il congedo per maternità o paternità. I primi 30 giorni di congedo parentale sono retribuiti per intero e non riducono le ferie. I lavoratori dipendenti possono fruire di un ulteriore congedo parentale retribuito per intero, per un massimo di 30 giorni all'anno, fino al terzo anno di vita del bambino.
La
domanda di congedo parentale deve
essere presentata almeno 5 giorni prima della data di decorrenza del
periodo di astensione dal lavoro. In caso di particolari e comprovate
situazioni personali, la domanda può essere presentata entro le 48
ore precedenti l'inizio del periodo di astensione dal lavoro.
Il
CCNL sanità rafforza i diritti dei genitori lavoratori, ma è ancora
indietro rispetto agli altri paesi OCSE, dove politica e sindacati
sono molto più attenti ai problemi dei
genitori, del bambino e delle lavoratrici madri, in particolare
quelle single.
Ulteriore motivo per cui Il Nursing Up chiede il 51% di rappresentanza alle RSU a tutti i professionisti delle professioni sanitarie, per ottenere un cambio di rotta, auspicabile non solo per i cittadini ma anche per i professionisti delle professioni delle professioni sanitarie.
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Vincenzo Parisi