Anziani non autosufficienti, cosa cambierà?
La legge sulla non autosufficienza è una normativa che ha lo scopo di tutelare le persone che si trovano in situazioni di fragilità e di non autosufficienza, ovvero quelle che hanno bisogno di assistenza per svolgere le attività quotidiane.
Con questa nuova legge il Governo promette di rafforzare quello che è oggi un servizio domiciliare poco efficace, soprattutto in alcune regioni.
Misure volte all’invecchiamento attivo, alla promozione dell’autonomia e alla prevenzione delle fragilità, anche attraverso la revisione dell’assistenza domiciliare e il riconoscimento delle cure palliative.
La legge delega, ha molte imperfezioni, ma cerca di creare qualcosa che manca al nostro Paese per rispondere in modo efficace alle esigenze dei nostri anziani non autosufficienti e alle famiglie che in troppe regioni sembrano abbandonate a se stesse.
Un nuovo sistema che potrebbe però crollare se non sostenuto economicamente con fondi adeguati.
Il nostro paese ha oltre 14 milioni di over 65, di cui 3 milioni necessitano di cure a lungo termine, le cosiddette "long term care".
Una nazione sempre più povera dove ormai circa 4,5 milioni di italiani rinunciano per problemi economici a curarsi.
Ricordiamo però che l’Italia è uno dei pochi paesi al mondo dove le entrate superano le uscite dal 2006, escludendo il solo anno 2009.
Si potrebbero reperire soldi dalla spesa militare, dalla malavita, dalla corruzione, magari chiedendo anche alle multinazionali di pagare le tasse, perché no?
Ma veniamo alla legge n. 33/2023 “Deleghe al Governo in materia di Politiche in favore delle persone anziane”.
Come detto la legge promette di incentivare la dignità e l’autonomia (ma solo se ci saranno fondi) delle persone anziane, l’invecchiamento attivo e la prevenzione della fragilità nella popolazione anziana, avviare politiche in favore delle persone anziane, specie in quelle non autosufficienti, con una nuova organizzazione assistenziale.
Si attendono i decreti legislativi attuativi, che il Governo dovrà approvare entro i primi mesi del 2024.
Ecco le novita:
Il Comitato interministeriale per le politiche in favore della popolazione anziana (CIPA), coordinerà e si occuperà della programmazione integrata delle politiche nazionali in favore delle persone anziane, in condizioni di fragilità e non autosufficienza. Il CIPA si occuperà anche di regolare i livelli essenziali delle prestazioni (LEPS) con i livelli essenziali di assistenza sanitaria (LEA).
Il Sistema nazionale assistenza anziani (SNAA) procederà alla velocizzazione della programmazione integrata, alla valutazione e al monitoraggio degli interventi e dei servizi statali e territoriali rivolti alle persone anziane non autosufficienti.
Vi
sarà una semplificazione
per
l’accesso
agli interventi e ai servizi sanitari, sociali e sociosanitari, messa a disposizione di punti unici di accesso (Pua).
Vi sarà attraverso
una valutazione multidimensionale e la definizione di un "progetto
assistenziale individualizzato" (PAI), che appunto
indicherà tutte le prestazioni sanitarie, sociali e assistenziali
necessarie.
È
prevista l’introduzione, su
base volontaria,
in via progressiva e sperimentale di un’indennità
unica universale anziani o prestazione universale per la non
autosufficienza.
Tale prestazione riorganizza tutti gli aiuti rivolti agli anziani nell’ottica di riequilibrare il sistema degli interventi tra erogazioni monetarie e offerta di servizi, ferma restando la disciplina attuale dell’indennità di accompagnamento.
Vi saranno forme di sostegno idonee per i caregiver familiari.
Si darà una certificazione delle competenze professionali acquisite nel corso dell’esperienza sviluppata.
Verrà fatta un’identificazione dei reali fabbisogni regionali per assistenti sociali e pedagogisti.
Saranno revisionati i criteri minimi di autorizzazione e di accreditamento dei soggetti erogatori pubblici e privati, anche del Terzo settore.
Saranno semplificate le procedure di accertamento e valutazione della condizione di persona anziana non autosufficiente, valutazione multidimensionale unificata, da effettuarsi secondo criteri standardizzati e omogenei a livello nazionale, finalizzata all’identificazione dei fabbisogni di natura sociale, sociosanitaria e sanitaria della persona anziana e del suo nucleo familiare.
Per l’assistenza domiciliare, e per garantire un’offerta integrata di assistenza sanitaria, psicosociale e sociosanitaria, oltre all’ADI saranno coinvolti anche enti del Terzo settore (SAD).
Per i servizi residenziali sarà rimodulata la dotazione del personale, in funzione della numerosità degli anziani residenti, delle loro esigenze, impegnandosi a migliorare qualitativamente gli ambienti, più amichevoli, familiari, sicuri, nel rispetto della riservatezza e privacy.
Vi saranno standard formativi per le badanti con apposite linee guida.
Ci auguriamo che questa legge bloccherà e non favorirà gli interessi di alcuni privati che erogano servizi di scarsissima qualità, con spreco di denaro pubblico che potrebbe venir ottimizzato per altro.
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