Comunicato stampa:
A tutti
Oggetto: 2 giugno, gli infermieri in prima linea contro il Covid: “l’abbiamo retta noi la Repubblica”!
La pandemia è iniziata, ma è ancora in corso, forse attenuata sicuramente, ma la “bestia è ferita”, ma
non è morta!
• Abbiamo visto colleghi piangere; feriti anche sul viso per piaghe da decubito, da mascherine;
abbiamo assistito e curato anche i nostri stessi colleghi, quelli con cui condividevamo gioie e
dolori sul lavoro, quindi con emozioni dolorose che ci devastavano. …non è stato facile curare una
malattia sconosciuta, ma curare delle malattie sconosciute su qualcuno che conosci
profondamente, potrebbe essere devastante.
• Abbiamo assistito all’annuncio di ogni professionista medico che si ammalava di Covid, ma per
gli infermieri che è la categoria che si è infettata di più, rispetto alle altre categorie, abbiamo
dovuto aspettare i dati elaborati dall’INAIL. C’è lo aspettavamo, ma avremmo voluto dati
ufficiali.
• Abbiamo chiesto il riconoscimento del ruolo professionale;
• abbiamo chiesto l’uscita dal comparto e uno stipendio nella media europea proporzionale a rischi, responsabilità e costo della vita;
• abbiamo chiesto il riconoscimento dei lavori usuranti per i professionisti sanitari, anche sulla base
delle aspettative di vita;
• abbiamo chiesto strutture di polizia, giorno e notte, nei pronto soccorso;
• abbiamo chiesto che i congedi di “paternità obbligatori” vengano riconosciuti anche agli
infermieri nel pubblico, …la prima legge risale al 2012, molti si riempiono la bocca celebrato le
novità, …ma da allora mancano i decreti attuativi per il pubblico, anche per gli infermieri!
Oggi, il giorno prima della festa della Repubblica, vengo a sapere che gli infermieri, per il 70%
composto da donne, potrebbero sfilare durante la parata, in via dei fori imperiali a Roma.
Premesso
che è vero che la nostra Repubblica, durante la pandemia, è stata sorretta dal gentil sesso, è bene
ricordare che il numero più cospicuo di professionisti sanitari è donna, ma fu vera gloria? …anche in
questo caso non vorrei dover aspettare i posteri per l’ardua sentenza!
Lo Stato e i cittadini, aimè, dimenticano in fretta!
Prima nessuno ci vagliava, all’inizio della
pandemia, siamo diventati, in un attimo: eroi, dai balconi ci dedicavano cori, sventolavano
bandiere, …ma è già tutto finito.
Ora, tra le molte problematiche, gli insulti, le aggressioni, si sono
esacerbate
Avevamo sviluppato un minimo di aspettativa, molto disincantati, limitatamente speranzosi e
fiduciosi. …per premiare il nostro impegno, la nostra attività, il nostro inesauribile sacrificio, è stato
premiato con:
• la candidatura al premio Nobel;
• un francobollo dedicato alle professioni sanitarie;
• biscottini del mulino bianco, dal nome gli abbracci, …che già esistevano;
• una monetina da due euro, dedicata agli infermieri;
• concerti dedicato a medici ed infermieri, in taluni casi con la presenza del Presidente della
Repubblica;
• una bella ed intelligente collega a Sanremo;
• un infermiera è stata eletta miss universo;
• la distribuzione di attestati di benemerenza “per il grande impegno e il lavoro nella lotta contro il
Covid 19”, nella regione Lazio;
• attestati di benemerenza civica, anche da società come la Nuova Sair, organizzazione
esternalizzata che almeno nella regione Lazio, paga gli infermieri poco più di 9 euro l’ora.
(Immagino la soddisfazione dei colleghi).
Insomma, tante pacche sulle spalle, parate, celebrazioni commoventi, articoli eccezionali, …ma,
nulla di concreto e/o realmente gratificante, sono convinta meritiamo di più, molto di più!
Le parate, le pacche sulle spalle, le monetine, i biscottini, non fanno pagare le bollette; non ci evitano
le aggressioni al pronto soccorso; non tutelano la vita di un infermiera che muore, schiantandosi, con
la propria auto, alla fine del turno; …non ci consente di uscire dal comparto; ecc.
Basta con ste
pacche sulle spalle!
Cordiali saluti
Roma, 01/06/2022 Responsabile Regionale Nursing Up Lazio
Laura Rita Santoro