Varianti Covid-19. Sono veramente pericolose?

Varianti Covid-19. Sono veramente pericolose?

Cosa sono le varianti Covid-19 e perché preoccupano tanto i ricercatori?

Tutti sappiamo che i coronavirus sono virus a RNA, forniti di capsula e di dimensioni comprese tra gli 80 e i 160 nm. Devono il loro nome al fatto che al microscopio elettronico sembrano una corona solare. Normalmente circolano tra gli animali, ma alcuni di loro, di tanto in tanto, hanno la capacità di saltare all'essere umano (zoonosi), il che li rende oggetto di studi scientifici e potenzialmente pericolosi.

La prima descrizione del coronavirus risale al 1960 dove alcuni ricercatori lo rilevarono in alcuni casi di raffreddore. Il periodo di incubazione ossia il lasso di tempo tra esposizione e comparsa del sintomo e di 1-14 giorni ma già può trasmettere l’infezione. Questi virus sono frequenti in autunno e inverno, ma potrebbero infettare durante tutto l’anno.

Tutti I virus mutano, in particolare quelli a RNA tendono a farlo molte volte, perché quando viene copiata la sequenza di nucleotidi che costituisce il codice dell'RNA, questi enzimi compiono errori inserendo un nucleotide al posto di un altro. Le mutazioni più importanti sono quelle che coinvolgono la proteina spike e sono migliaia dall'inizio della pandemia. Queste modifiche casuali sono svantaggiose per i virus ma in rari casi possono renderli più resistenti ad un farmaco, più virulenti, etc.

La proteina spike è particolarmente importante perché non solo funziona come una sorta di arpione che aggancia le nostre cellule ma è anche il principale bersaglio della risposta immunitaria.

Le mutazioni che più sono sotto osservazioni sono quella Inglese, Sud Africana e Brasiliana.

Sia la variante Inglese che quella Sud Africana sembrano essere in grado di diffondersi più velocemente di quella originaria ma non sono più aggressive. La capacità di diffondersi più velocemente è pericolosa in quanto potrebbe raggiungere persone con problemi immunitari, anziani, etc.

La variante Brasiliana invece è particolarmente sotto osservazione in quanto la sua capacità di legarsi facilmente al recettore ACE-2 umano la renderebbe non solo più contagiosa, ma anche più virulenta, quindi attaccherebbe più facilmente soggetti prima ritenuti meno a rischio. Campanello d'allarme e che sono state osservate delle reinfezioni. Per adesso sono ancora supposizioni, la nota positiva che queste varianti dovrebbero essere tutte sensibili ai vaccini presenti nella campagna vaccinale.
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