Triage ed OBI nel nuovo P.S. di Faenza inadempienti alle nuove linee guida dell' accordo stato-regioni
Con la presente la scrivente O.S. pone all’attenzione delle SS.LL. in intestazione quanto in oggetto!
Premessa
(Il D.Lgs. 81/2008 e le novità introdotte dalle successive modifiche/integrazioni hanno accolto molti concetti già specificati all’interno della legge 626/1994. Si tratta di tutti quegli articoli che si basano sulla prevenzione del rischio in azienda e che di conseguenza implicano la partecipazione del datore di lavoro e dei lavoratori nell’adozione degli adempimenti e misure di prevenzione e protezione per la tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro.
All’interno di un’azienda, quindi, la prima figura incaricata di garantire la sicurezza sul lavoro e sulla quale ricade appunto l’obbligo del mantenimento dei livelli della stessa è il datore di lavoro. Questo soggetto deve assolvere agli adempimenti previsti, ha quindi l’obbligo di evitare che probabili e possibili pericoli dovuti all’esercizio della sua attività, possano tradursi in rischi per i lavoratori che vengono assunti per il compimento di tale attività, i quali però non decidono i criteri per portarla a termine, poiché il potere organizzativo spetta solo al datore di lavoro.
Il datore di lavoro, cioè, organizza l’attività di impresa per portare a termine il lavoro che dovranno svolgere i dipendenti, i quali si devono attenere a quanto viene loro richiesto, ma nel fare questo il datore di lavoro ha l’obbligo di salvaguardare l’integrità psicofisica dei lavoratori eliminando o cercando di ridurre al massimo i rischi che possono procurare dei danni a questi soggetti
Triage ospedaliero
Il triage ospedaliero è quello effettuato nei Pronto Soccorso ospedalieri che garantiscono prestazioni di ampia variabilità rispetto alle caratteristiche dell'urgenza: dall’emergenza all'urgenza “differibile” fino alla “non urgenza”. Il triage rappresenta il primo momento di accoglienza e valutazione delle persone che giungono in Pronto soccorso; è un’attività volta alla definizione delle priorità assistenziali attraverso la valutazione della condizione clinica dei pazienti e del rischio evolutivo, in modo da garantire la presa in carico e definire l’ordine di accesso al trattamento.
La funzione fondamentale del triage non è, pertanto, quella di ridurre i tempi d’attesa dei pazienti, ma di effettuare una ridistribuzione a favore di chi ha necessità di interventi da erogare in emergenza e urgenza. In tal senso il triage: Ø permette una razionalizzazione dei tempi di attesa, superando il criterio dell’ ordine di arrivo, scarsamente funzionale; Ø consente di recuperare efficienza ed efficacia del sistema dell’emergenza/urgenza; Ø permette di operare un’ottimizzazione delle risorse disponibili, in modo tale da rispondere alle reali necessità dell’utente, con prestazioni il più possibile personalizzate ed adeguate.
Attraverso il triage si agisce su tre punti fondamentali del sistema:
· riduzione del rischio di ritardo nell’intervento sul paziente urgente;
· ridistribuzione delle priorità degli utenti del Pronto soccorso con l’attribuzione di un codice corretto;
· sistematizzazione delle procedure di accoglienza e di smistamento dei pazienti. L'attività di triage intraospedaliero è affidata a personale infermieristico in possesso di 5 specifiche competenze promosse attraverso un percorso formativo mirato (formazione clinica specifica, relazionale e metodologica) e esperienza lavorativa di almeno sei mesi in Pronto soccorso. L’infermiere triagista opera sempre secondo protocolli stabiliti dal dirigente del Servizio (DPR 27 marzo1992)
Criticità del processo
Il triage è un processo articolato, che prevede una serie di attività con diversi gradi di complessità e come tale non scevro dalla possibilità che si verifichi un evento avverso. Si possono identificare essenzialmente tre ambiti di criticità che possono condurre a una non corretta attribuzione del codice di priorità e, quindi, al rischio che si verifichi un evento avverso: l’ambito strutturale/organizzativo, assistenziale e relazionale.
Le criticità di tipo organizzativo/strutturale che possono verificarsi a livello extraospedaliero e ospedaliero, sono da riferirsi principalmente a:
1. insufficiente modalità di interazione tra i sistemi extra e intraospedalieri
2. insufficiente dotazione di personale infermieristico assegnato alla ricezione delle chiamate in Centrale Operativa 118, al triage sul posto e al triage in Pronto soccorso;
3. collocazione logistica delle sale d’attesa, rispetto all’area triage, tale da non consentire la rilevazione immediata di repentini ed imprevedibili aggravamenti della sintomatologia negli utenti in attesa o da permettere l’allontanamento del paziente dal Pronto soccorso senza aver informato gli operatori o all’insaputa degli stessi. Tra le criticità di tipo “assistenziale”, riferibili essenzialmente alla tipologia di triage intraospedaliero, ma per alcuni aspetti anche al triage extraospedaliero, si rilevano:
· . raccolta, da parte del personale della Centrale Operativa 118, durante l’intervista telefonica all’utente che richiede il soccorso, di informazioni incomplete e/o inadeguate, comunque non sufficienti all’inquadramento alla localizzazione e alla valutazione della gravità dell’evento
· non corretto utilizzo delle risorse tecnologiche disponibili, da parte del personale della Centrale Operativa 118 (es. errato utilizzo dell’applicazione informatica finalizzata a guidare l’intervista telefonica, errato utilizzo degli strumenti di geolocalizzazione dell’evento)
· raccolta dei dati del paziente incompleta e/o inadeguata, sia nella componente soggettiva, cioè la raccolta delle informazioni necessarie all’anamnesi mirata e alla valutazione sintomi, che nella valutazione oggettiva (rilevazione dei segni e dei sintomi, dei parametri vitali e analisi della documentazione clinica eventualmente in possesso del paziente)
· inadeguata valutazione del paziente: o all’arrivo dell’équipe di soccorso 118 sul luogo dell’evento o all’ingresso del paziente in Pronto Soccorso
· mancata osservazione e rivalutazione del paziente: o durante il trasporto sul mezzo di soccorso o in attesa nei Pronto Soccorso
· mancato rispetto di protocolli e/o procedure Le criticità di tipo relazionale, rilevabili sia nel triage extraospedaliero che ospedaliero, sono legate essenzialmente a: - - situazione sbilanciata, relativamente a competenze e ruoli (over-rule), tra gli operatori di Pronto soccorso; - limiti di comunicazione, dovuti sia a problemi linguistici, culturali e anagrafici, che alla inadeguata e incompleta, comunicazione fra paziente/utente (e/o eventuali familiari, accompagnatori) e operatore sanitario e fra i vari operatori.
La lunga premessa per dimostrare quanto delicato e stressante sia il lavoro all’interno di un Pronto Soccorso non da meno quello del presidio in oggetto.
Fine lavori e consegna nuovo P.S. Faenza
quanto detto in premessa era utile per affrontare quanto di seguito ovvero il prossimo utilizzo del nuovo Pronto Soccorso!
Alla luce dei recenti fatti ( utente con in mano un coltello!) i professionisti sono preoccupatati per la l’ incolumità dell’utenza e della propria!
La novità assoluta , descritta anche nella riunione del personale afferente al P.S. del 30.09 u.s. dal punto di vista strutturale organizzativa sarebbe la creazione della cd O.T. ( Osservazione Temporanea), termine che non esiste i letteratura se non con l’acronimo O.B.I. (Osservazione Breve Intensiva), con 6 pl con monitor in carico ad 1 infermiere dedicato ( che però in caso di necessità dovrebbe lasciare la postazione stante le indicazioni date nell’incontro del 30 settembre!) ed 1 operatore socio sanitario con tutta quella serie di requisiti di accreditamento regionali che auspichiamo siano stati presi tutti in considerazione.
Per requisiti si intende quanto sancito nell’accordo “ Ministero della salute , le Regioni e le Province Autonome – Linee di indirizzo nazionali sull’ Osservazione Breve Intensiva” del 01 agosto u.s. da implementare entro 18 mesi dall’emanazione, e nello specifico;
Nello stesso documento si identificano anche le “Linee guida nazionali del triage intraospedaliero”ove al punto 4.3 < Risorse Umane> viene previsto con un numero di accessi superiore al 25.000 il Triage deve essere svolto da infermieri dedicati a tale funzione in maniera esclusiva.
P.O. sede di DEA di 1 Livello: n. 2 unità infermieristiche e n. 1 unità di personale di supporto,
Ospedale sede di D. E. A. di I Iivello
Garantisce oltre alle prestazioni fornite dagli ospedali sede di Pronto Soccorso anche le funzioni di osservazione e breve degenza, di rianimazione e, contemporaneamente, deve assicurare interventi diagnostico-terapeutici di medicina generale, chirurgia generale, ortopedia e traumatologia, cardiologia con UTIC (Unità di Terapia Intensiva Cardiologia). Sono inoltre assicurate le prestazioni di laboratorio di analisi chimico-cliniche e microbiologiche, di diagnostica per immagini, e trasfusionali. Esattamente le caratteristiche attuali del P.O. di Faenza.
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La segreteria Nursing Up AVR-Imola
Gridelli Gianluca