Sostituire l’infermiere con altre figure non riduce la mortalità.

Sostituire l’infermiere con altre figure non riduce la mortalità.

L'Italia ha bisogno di infermieri, la popolazione italiana è una delle più vecchie al mondo: quasi il 20% supera i 65 anni di età e, secondo i dati ISTAT, nel 2050 circa l'8% degli italiani avrà più di 85 anni.

Il sistema sanitario italiano, che già’ vacilla, non sarà’ in grado di sopportare questi cambiamenti.

Rapporto OCSE 2008: 17.000 pensionamenti l’anno a fronte di 8000 assunzioni l’anno, tra gli infermieri. Peggio di noi? Nessuno, nei paesi che si considerano all’avanguardia.

L'Italia ha meno infermieri che dottori, il più alto numero al mondo di medici per abitante: più di 600 medici ogni 100 mila abitanti nel 2005. L'università italiana non forma abbastanza infermieri, con una carenza di circa 60 mila unita’.

L’OCSE sottolinea come il mercato del lavoro italiano in ambito sanitario soffra di una cronica mancanza di fondi, scarse opportunità di carriera, nepotismo, stipendi ridicoli inferiori alla media europea. Il risultato che sempre più’ infermieri si licenziano, studenti che abbandonano già’ al primo anno.

Un dato preoccupante che emerge è la volontà di cambiare lavoro appena possibile. Il 36% degli infermieri italiani lascerebbero subito il paese.

Per risolvere la carenza cronica di infermieri, alcune regioni hanno creato nuove figure professionali, altre come in Veneto ci stanno provando, altre regioni assumono personale dall'estero, spesso con una non chiara verifica di titoli e competenze...tutte queste regioni, ignorano quello che dicono le evidenze internazionali:

Secondo uno studio realizzato in Gran Bretagna, confermato da altri studi rinomati come RN4CAST, quando la gestione infermieristica passa da 10 a 6 pazienti la mortalità si riduce al 20%.

Gli autori specificano che sostituire l’infermiere con altre figure non riduce la mortalità. Spiegatelo per favore alla regione Veneto.

Noi del Nursing Up, lo abbiamo sempre detto ai tavoli che contano, più' infermieri significa meno morti, meno malattie, meno infezioni e meno spesa pubblica. Purtroppo la politica in Italia guarda solo i grandi numeri dei voti.

I sindacati di categoria pur essendo sempre in crescita e quelli generalisti sempre in calo, hanno comunque numeri molto inferiori di voti, senza maggioranza non si comanda.

Finché’ infermieri e altri professionisti della sanità’ non capiranno questo, sarà’ inutile sperare, sarà’ inutile lamentarsi, non cambierà’ mai nulla. Saremo sempre l’ultima ruota del carro.

Vi spiego, quando il bancario della Uil, l’Operaio della Cgil, il ragioniere della Fials e l’idraulico della Cisl siederanno davanti alla politica, per quanto siano onesti e propositivi, parleranno solo per sentito dire di cosa serve ai sanitari, e non hanno la minima idea di cosa stanno dicendo.

Solo un infermiere sa cosa passa un infermiere nelle corsie, di notte, davanti a un emergenza, un decesso, una carenza, cosa rischia, il carico di lavoro, cosa subisce, e solo l’infermiere può rappresentare i professionisti della salute.

Faccio un esempio, in Italia siamo il primo paese in Europa per l’antibiotico resistenza, il 7, 10 per cento dei pazienti va incontro a un’infezione batterica multi-resistente con migliaia di decessi anno. Le infezioni correlate all’ assistenza colpiscono ogni anno circa 284.100 pazienti causando circa 4.500-7.000 decessi (450.000 entro il 2050). Se nelle corsie italiane il rapporto infermiere paziente sarebbe di 1 a 6, le infezioni calerebbero drasticamente, e lo dicono le evidenze internazionali da almeno 10 anni.

L’assistenza sanitaria, a causa dell’ invecchiamento della popolazione italiana, richiederà’ sempre maggiore impegno. Le malattie aumentano, la mortalità’ aumenta, i costi aumentano.

Esiste una soluzione? Si, basta volerlo.

Esistono le soluzioni, e possono venire solo dai sindacati di categoria, viviamo purtroppo in una situazione d'incompetenza e scarsa conoscenza.

1) I soldi ci sono, basta spostarli, ottimizzarne il loro uso. L’Italia dal 2006, escludendo il 2009, ha più’ entrate che uscite.

2) Portare le graduatorie a termine

3) Assumere tutti i colleghi in regola, precari e disoccupati

4) aumentare gli stipendi di almeno 600 euro, rendendo una professione piena di rischi, responsabilità’ e carichi di lavoro più’ appetibile.

5) Riconoscere i tanti diritti che non vengono concessi, rimuovere l'esclusività', il nulla osta, etc.

6) Permettere alle università’ di formare molti più’ studenti

Ripetiamo, finché’ i sindacati di categoria infermieristici non avranno la piena maggioranza, non cambierà’ mai nulla.

Sono 40 anni che aspettiamo, e sicuramente continueremo ad aspettare, almeno fino alle prossime RSU.

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