Rischio salute mentale in Italia e scarsa prevenzione. Intervista a dirigente Nursing Up.
Prevenzione
e’ sinonimo di civiltà. In Italia si fa’ poca
prevenzione
sulla salute mentale, in
particolare
dei minori.
ISTAT, in Italia sono 2 milioni i minori colpiti da disturbi neuropsichici, 3 milioni le persone a rischio salute mentale.
L'incidenza dei sintomi depressivi è quintuplicata, passando nella popolazione dal 6 al 32%. In Italia, il rapporto dell’Oms segnala un tasso medio di 6.7 casi ogni 100.000 abitanti, che in realtà varia da zona a zona del paese.
In
tutto il mondo 700.000 suicidi nel 2019, in Italia più di
4.000 casi.
Troppe
persone,
in particolare i minori, non
accedono ai servizi
o
aspettano per troppi mesi.
L’Oms
ha lanciato l’allarme: bisogna fare prevenzione, segnalando
l’aumento delle psicopatologie, dei disturbi psico-sociali e
l’aumento
del rischio suicidio.
ISTAT rischio suicidio:
77,9%
UOMINI 22,1% DONNE.
65 anni e più 35%
45-64 anni 37%
25-44
anni 23%
fino a 24 anni 5%
Prevenzione
significa investire pochi
soldi oggi,
risparmiandone
molti di più nel breve e lungo periodo. Curare costa molto di più’ che prevenire, oltre al
vantaggio di avere una popolazione in salute.
Prevenire costa molto meno che curare.
La politica ha grandi responsabilità, ma anche le regioni e tutti i dirigenti delle nostre aziende pubbliche e private.
Prima del covid-19, il personale sanitario in ogni regione italiana, era già in affanno, poi con il covid-19 è arrivata un ondata di un milione di pazienti in più che ha fatto saltare il sistema e che i professionisti in prima linea si aspettavano. Dirigenti e politici probabilmente non immaginavano questi numeri, e questa la dice lunga.
Lunghissima è l’attesa per una valutazione psichiatrica, i professionisti sanitari fanno il massimo, ma senza fondi, mezzi, strutture e numeri, e’ difficile.
Troppo tempo
perso nelle
liste di attesa, questo AGGRAVA
LA SALUTE,
la
prevenzione è vitale.
Tale prevenzione agirebbe sull’insorgenza di disturbi come l’autismo, il linguaggio, l'apprendimento, sull’epilessia, sui disturbi deficit di attenzione, iperattività, accorgersi preventivamente di una depressione o di disturbi psichiatrici come la schizofrenia.
Questo
avrebbe un duplice vantaggio nel medio e lungo termine:
- una riduzione della spesa sanitaria nel periodo medio e lungo
- una popolazione in salute
Evidenze internazionali affermano che un positivo neuro-sviluppo, a partire dai primi giorni di vita fino alla giovane età adulta, è fondamentale nel determinare la buona salute fisica e mentale degli individui.
In Italia, per avere un supporto psicologico o psichiatrico pubblico, nel breve tempo e’ molto difficile.
L’accesso rapido avviene solamente quando il problema già si sta verificando, autolesionismo, abbandono scolastico oltre le due settimane, problemi alimentari gravi, etc.
Quando una famiglia segnala un piccolo sintomo, magari non ancora grave, deve aspettare mesi, perché il caso non e’ grave e ci sono casi molto più gravi.
Oppure la famiglia dovrebbe attivarsi in privato, non tutti possono permetterselo.
Una nazione che non fa’ prevenzione non può assolutamente considerarsi avanzata, e nemmeno civile.
La prevenzione va fatta già nei primi 1000 giorni di vita, fino alla maggiore eta’.
Un idea/proposta potrebbe essere quella di inserire uno psicologo in tutte le classi, partendo dall'asilo fino all'università.
Poche ore l’anno, quel tanto che basterebbe a individuare i piccoli problemi riscontrati e suggerire alle famiglie cosa fare, magari anche con il supporto di un infermiere scolastico sarebbe il massimo per avere una prevenzione totale del corpo.
L'infermiere
poi nelle scuole potrebbe anche fare educazione sanitaria
(consigli sull'alimentazione, il lavaggio delle mani, etc) oltre ad
altre centinaia di cose, che solo un infermiere potrebbe fare, come
intervenire in un eventuale incidente ( taglio, soffocamento, etc),
gestione farmaci, allergie, pediculosi, etc etc), magari tutto
sincronizzato via internet con i vari pediatri di base
(fantascienza?).
Altro accorgimento potrebbe essere la creazione di piccoli spot informativi televisivi, via radio, per sensibilizzare la famiglie.
Formare ciclicamente maestri, professori, pediatri e anche le famiglie, con piccolissimi e semplici corsi, di poche ore l’anno.
Potenziare le neuropsichiatrie per abbattere le lunghissime liste di attesa.
Se
vogliamo una nazione sana, bisogna’
agire subito,
investire nella prevenzione.
Bisogna
allarmarsi
quando sentiamo qualcuno dire di voler morire, di sentirsi senza
speranza, di
sentire una voce in testa,
di sentirsi in trappola, di provare un dolore insopportabile, di
essere un peso per gli altri, di sentirsi come non avere uno scopo e
di non farcela. Altri
segnali preoccupanti potrebbero essere l’aumento
di alcol e/o droghe, ansia, agitazione, dormire troppo poco o molto,
isolarsi, sentire rabbia o parlare di vendetta, sbalzi d'umore.
Se
qualcuno che conosci
mostra segni premonitori di suicidio, non
lasciarlo solo,
rimuovi ciò che potrebbe essere utilizzato per il gesto e chiedi
aiuto a un medico o a un professionista della salute mentale, parla
con un familiare stretto.
La professione più colpita dal rischio suicidio? Gli infermieri.
Il rischio di suicidio dell’infermiere è doppio rispetto alla popolazione generale e ben il 70% in più rispetto al medico (Secondo uno studio fatto dai ricercatori della School of Nursing dell’Università del Michigan).
Sempre secondo lo studio emerge anche che il personale infermieristico, rispetto alla popolazione generale ha il 90% di probabilità in più di avere problemi sul posto di lavoro e il 20-30% di probabilità in più di soffrire di depressione.
I fondi stanziati per la salute mentale in Italia sono tra le 4 alle 8 volte in meno rispetto ai paesi Ocse.
Insomma il famoso detto degli Antichi Romani, Mens sana in corpore sano è stato percepito in tutta Europa ma si è perso nel paese dove ha avuto origine.
Un problema gravissimo, che mi spiace dirlo, ma più che trascurato mi sembra ignorato.
Come dirigente sindacale, di un sindacato che si occupa solamente delle professioni sanitarie, affermo e invito la politica, le regioni, ma anche le direzioni sanitarie a fare molto di più, avete grandi responsabilità, la situazione e’ tragica, e potrebbe essere evitata con piccoli accorgimenti.
Vincenzo Parisi
Dirigente sindacale Nursing Up Emilia Romagna
