REGIONE LAZIO, BENE I DOVERI, MA VOGLIAMO ANCHE I DIRITTI.

REGIONE LAZIO, BENE I DOVERI, MA VOGLIAMO ANCHE I DIRITTI.

Comunicato stampa

Spett.le Presidente Regione Lazio


Oggetto: per gli infermieri e i professionisti sanitari tutti, solo doveri?

Recentemente, in questi giorni, i colleghi stanno ricevendo una lettera perentoria, in cui si chiede a noi tutti di aprire o comunicare un indirizzo pec all’OPI.

Un dovere secondo cui noi professionisti sanitari potremmo ricevere comunicazioni, soprattutto comunicazioni, in merito alle tasse da pagare o adempimenti simili.

I giovani colleghi, hanno già dovuto adempiere a tutto ciò, così non fosse, in molti casi non avrebbero potuto partecipare ai concorsi pubblici.

I cittadini che non frequentano tutto ciò, che non vivono la nostra realtà, almeno quella della Regione Lazio, potrebbero guardare positivamente a tutto ciò.

La tecnologia potrebbe aiutare, dovrebbe efficientare le risposte, servizi, attività di tipo burocratico. Invece non è così.
Ho colleghi che hanno iniziato a lavorare, ma non hanno potuto firmare il contratto perché il personale amministrativo era in home working, quindi nella migliore delle ipotesi, i colleghi si debbono accontentare dell’atto deliberativo, quando deliberato….

Ho una collega a tempo determinato, una delle tante, in un noto ospedale romano, che ha più volte chiesto di poter firmare il contratto, ma non le fu possibile, ..e non a causa della suddetta. … non viene permesso alla collega di agire via pec, diversamente che in altre regioni, dove mi dicono che stanno agendo via pec.

Si chiede alla collega, ora “in ruolo” in altra regione, di tornare a Roma per firmare un contratto, non firmato a causa non sua. La collega dovrebbe prendere un treno o un mezzo di trasporto, a sue spese, chiedere un giorno di permesso ecc. Sono scandalizzata, …e stufa.

Ne ho avute altre, che benché in gravidanza e durante il periodo intenso del COVID, hanno iniziato a lavorare, nell’attesa della firma del contratto; non volevano rischiare di perdere il lavoro a causa della gravidanza o del post puerperio, benché fosse stato promesso loro che sarebbero rimaste in una graduatoria, …. che stenta a scorrere.
Alcune hanno aspettato anche due mesi, in un caso che ricordo molto bene, ho scritto, io stessa, minacciando l’ispettorato del lavoro. Conoscendo la “posta in gioco”, vale a dire il rischio di salute della collega, dovetti essere feroce.

Si noti che non ho citato una ASL o una struttura sanitaria specifica, poiché ho costatato che il problema è piuttosto comune in tutto il Lazio.

Concludendo, viva la modernità, l’evoluzione, ma che sia a 360°, non solo doveri, ma anche diritti!

Come professionisti sanitari, vogliamo poter comunicare con l’amministrazione ed ottenere risposte, certificati ecc. anche via pec e/o mail. Non può essere tutto complicato, farraginoso e/o impossibile.

Si chiede pertanto, un provvedimento repentino e risolutivo, cordialmente Roma, 29.09.2020    

Resp. Reg. Lazio Nursing Up
Laura Rita Santoro