NURSING UP - FIRMA CON OPI PATTO PER L'INFERMIERISTICA.

NURSING UP - FIRMA CON OPI PATTO PER L'INFERMIERISTICA.

Intervento convegno: “Stati Generali Infermieristica Toscana”

18 dicembre 2020

Il Sindacato Infermieristico Nursing Up non poteva che sottoscrivere il patto per l’infermieristica redatto dagli ordini professionali toscani condividendone interamente il contenuto

La pandemia ha evidenziato la grave carenza di personale infermieristico che si protrae ormai da molti anni.

Vogliamo sottolineare che l'Italia ha la metà degli Infermieri che sono presenti in Francia e Germania in rapporto alla popolazione, situazione che i sindacati infermieristici denunciano da molti anni, oltre a questo vi sono anche alcuni aspetti organizzativi del sistema sanitario che andrebbero migliorati.

Gli organici del personale infermieristico sono inadeguati al fabbisogno e contestualmente, l’infermiere è distolto dallo svolgimento del proprio lavoro perché è carente anche il personale di supporto. Oltre ad avere un rapporto infermiere/paziente che si aggira intorno a 1:10/1:12 nei reparti di degenza ordinaria, l’infermiere si fa carico anche di attività che non rientrano nel proprio profilo professionale, quindi abbiamo infermieri che spesso operano in setting carenti dal punto di vista dell’organico, sia infermieristico che di supporto, turni estenuanti, recupero psico-fisico non sempre garantito, carichi di lavoro eccessivi e di conseguenza il rischio elevato di commettere errori. Aspetti che impattano di conseguenza sulla qualità dell’assistenza erogata.

Sappiamo bene poi che le conseguenze legali del proprio operato ricadono sull’infermiere che è direttamente responsabile del processo assistenziale.

Questa è la realtà lavorativa in cui si trova ad operare l’Infermiere in Italia, da un numero considerevole di anni per così dire “in tempo di pace”

In questo periodo storico si aggiunge una pandemia a cui gli infermieri stanno pagando un tributo molto elevato: in Toscana, circa il 70% degli operatori sanitari contagiati è INFERMIERE, parte di loro sta combattendo da mesi contro gli effetti postumi del contagio.

Sono già evidenti molti disturbi post traumatici tra il personale: insonnia, attacchi di panico, ansia, depressione.

Affrontare tutto questo percependo uno degli stipendi più bassi d’Europa magari con un contratto da precario, non è accettabile.

Perché gli infermieri vanno all’estero?

Perché l’offerta di lavoro è molto elevata, all'estero poi è risaputo che i nostri ragazzi hanno un’ottima formazione universitaria e pertanto offrono, per la loro professionalità, una retribuizione adeguata, parliamo di: Germania, Regno Unito, Olanda lo stipendio va dai 2500 fino ai 3200 euro, in paesi come la Svezia e Norvegia, addirittura supera i 4000 euro, inoltre viene garantita loro un’elevata prospettiva di carriera e il demansionamento non esiste.

Questo ha portato alla perdita di molti infermieri che sono emigrati, attirati da condizioni lavorative migliori. Spesso viene fornito l’alloggio gratuito, corsi di aggiornamento e master universitari pagati direttamente dalle aziende.

Questi paesi considerano un investimento vantaggioso impiegare risorse economiche su una figura professionale così importante.

E’ necessario quindi trovare subito soluzioni che rendano allettante lavorare in Italia: offrire contratti a lungo termine, stipendi adeguati e riconoscimento delle competenze avanzate.

I colleghi fuoriusciti devono ritenere vantaggioso rientrare e soprattutto devono trovare in patria le condizioni lavorative che sono garantite loro negli altri paesi.

In Italia non abbiamo neanche un contratto autonomo rivolto esclusivamente ai professionisti sanitari e questo la dice lunga su come ancora l’infermiere sia imbrigliato in un istituto giuridico che non consideri le peculiarità della professione infermieristica.

Ogni altra professione intellettuale non sanitaria, nei propri istituti contrattuali, è elevata al rango legale di QUADRO, l’infermiere no.

Per non parlare della possibilità di carriera: La meritocrazia in Italia non esiste. Non si dà la possibilità all’infermiere preparato di fare carriera nel breve periodo, spesso nemmeno nel lungo termine, cosa che non avviene nel nord Europa.

Ecco perché è allettante lavorare all’estero!

La migrazione è un processo che va avanti da anni e si è acuito durante la pandemia in atto. Sono sempre di più le aziende pubbliche tedesche e inglesi che assumono i nostri infermieri,

Coloro che emigrano sono formati dalle università italiane ma ne beneficiano gli altri paesi europei, è necessario invertire quanto prima questo fenomeno

Durante la pandemia la Regione Toscana ha assunto molti infermieri ma non sono sufficienti a coprire le carenze di organico ereditate dagli anni precedenti considerato anche l’elevato numero dei prossimi pensionamenti.

Altro aspetto rilevante è il numero di studenti che abbandona il corso di laurea in infermieristica già al primo anno, altri abbandonano la professione entro i primi 15 anni di attività

Vorrei dedicare un minuto al sistema dell’emergenza toscano: Il modello organizzativo della nostra regione è un ottimo esempio di come la Toscana sia un modello di buona sanità.

Sicuramente c’è bisogno di dare nuovo impulso alla funzione di see and treat, ci sono ospedali in cui non è mai partito nonostante siano presenti infermieri formati allo scopo.

L’emergenza/urgenza richiede determinate competenze che si acquisiscono con un numero cospicuo di corsi di formazione e lungo affiancamento sul campo non esiste contrattualmente un’indennità di pronto soccorso o un compenso economico di altra natura che bilanci il rilevante livello di competenze richieste per esercitare su un mezzo di soccorso avanzato o in un pronto soccorso.

Oltre al ruolo professionale svolto dall’infermiere in ambito di emergenza/urgenza, chi guida un’auto medica è responsabile di tutti gli incidenti che avvengono durante lo svolgimento del proprio intervento, l’equipaggio, anche se composto da medico e infermiere vede alla guida solo quest’ultimo perché il medico si rifiuta. così capita, come alla collega di Massa Carrara, che subisci una condanna penale e la sospensione della patente. Esempio lampante di quanto l’infermiere, suo malgrado, paghi le conseguenze di aver sopperito alla carenza di altre figure

L’attuale normativa regionale prevede la figura specifica dell’autista-soccorritore nelle auto-mediche ma in assenza di questa, come d’uopo, sopperisce l’infermiere con tutti le conseguenze del caso.

Altro argomento spinoso sono le competenze avanzate: abbiamo molti professionisti che hanno svolto master specialistici, corsi di professionalizzazione, posseggono esperienza pluriennale acquisita sul campo che non hanno nessun riconoscimento economico né contrattuale: penso ad esempio al “Percorso di cura e riabilitazione alla persona con enterostomia” approvato con delibera della giunta regionale a giugno 2020, l’infermiere stomaterapista ricopre un ruolo preminente, spesso ha conseguito un master specifico: effettua la presa in carico del paziente, pianifica e gestisce i controlli di follow-up, individua ed insegna la corretta gestione del presidio da utilizzare, senza avere la possibilità di concludere il percorso con la prescrizione del dispositivo.

La delibera regionale prevede l’inserimento nel nomenclatore delle prestazioni infermieristiche stomaterapiche ma la prescrizione la fa il medico.

Stessa cosa accade per gli infermieri esperti in diabetologia e molte altre professionalità

Concludo il mio intervento dicendo che nonostante le criticità affrontate durante la pandemia, il sistema sanitario regionale ha retto:

l’impegno e la professionalità profusi dagli infermieri hanno dimostrato ancora una volta che siamo la spina dorsale del sistema sanitario e che non ci tiriamo mai indietro di fronte ai bisogni dei cittadini anche se le condizioni lavorative non sono sempre ottimali. Ora è il momento di cambiare, non possiamo più tornare a come era prima.

Ci auguriamo che le richieste sottoscritte nel patto per l’infermieristica vengano accolte e che la Regione Toscana, ancora una volta, sia di modello per le altre regioni.

Senia Pocci

Sindacato Nursing Up Toscana

Segreteria territoriale