NON SIAMO STATI PROTETTI. BUFALINI DI CESENA.

NON SIAMO STATI PROTETTI. BUFALINI DI CESENA.

Ospedale M. Bufalini di Cesena,  noi operatori della salute non siamo stati protetti.

Denuncia di un infermiera, ma anche Responsabile Regionale del Nursing Up Emilia Romagna, Francesca Batani, che specifica: "Non siamo stati protetti”.

Noi abbandonati in trincea, dobbiamo ringraziare cittadini e associazioni che ci hanno fornito l’attrezzatura per fronteggiare un nemico invisibile. Senza il loro aiuto la situazione sarebbe precipitata.

Noi della PaginadiNursingUp aggiungiamo che purtroppo non solo dal Bufalini sono arrivate segnalazioni di inefficienza, inefficacia, scarsa collaborazione e dispiace dirlo incompetenza da parte di moltissime Aziende. Segnalazioni provenienti da tutta la regione, compresi alcuni reparti degli ospedali Bolognesi dove addirittura, ci dicono i colleghi che i coordinatori obbligherebbero gli operatori a indossare una chirurgica ogni tre giorni, osceno, nemmeno nei paesi del quarto mondo.

Noi come Sindacato abbiamo segnalato, denunciato, inviato lettere e diffide ovunque. A livello Nazionale il nostro Presidente ha mandato una diffida e costituzione di mora al Primo Ministro Conte, ha interpellato il Ministro, inviato una lettera al vice Ministro della Salute e perfino inviato un appello al Presidente della Repubblica.

Ritornando al Bufalini, Francesca infermiera a tempo pieno e non in distacco sindacale come tutti i responsabili regionali di qualsiasi sindacato...(qualcuno ha anche fatto finta di rientrare, ma solo sui giornali), quindi rinunciando al distacco per dare man forte ai suoi colleghi, visto anche la sua esperienza, Francesca ha dato sfogo a tutta la sua rabbia sulla continua carenza di DPI, come ha testimoniato anche su Rai uno il 20 marzo in uno speciale del TG1.

Affermando che si mette a rischio, nell’ indifferenza più totale, la salute degli operatori sanitari ma anche dei propri familiari.

Francesca: Se le Aziende e se l’Istituto Superiore di Sanità invece di nascondersi dietro a informazioni non precise, a noi professionisti poi, che ci permettiamo di dire che ne sappiamo abbastanza per contraddirli su molti argomenti, ci avessero detto che non abbiamo DPI disponibili perché abbiamo mal gestito il denaro, perché incompetenti o perchè non abbiamo mai pensato a fare una scorta, non abbiamo DPI,...

NOI INFERMIERI NON CI SAREMMO MAI TIRATI INDIETRO. Come non lo abbiamo fatto nonostante sapevamo di andare incontro al coronavirus con DPI non idonei. SINCERITA’ solo questo chiedevamo alle aziende e alle Istituzioni solo la verità. Ancora una volta hanno mostrato il loro valore e la considerazione che hanno degli infermieri, ma per quello bastava guardare lo stipendio mortificante che percepiamo.

L’Istituto superiore di sanità (Iss) ha cambiato linea a seconda di quello che si poteva avere a disposizione.

Il 23 febbraio, negli ambulatori si usavano le Ffp2, poi sequestrate perché non si voleva allarmare la gente. Per Francesca ma anche per tutti gli addetti ai lavori sarebbe stato meglio farlo.

Francesca: A mio avviso i pazienti sarebbero stati tutti da trattare come se fossero stati possibili positivi”. Invece ci si è comportati diversamente… “È stato creato un percorso apposito per i Covid mentre i pazienti venivano nei poliambulatori dove i presidi erano stati portati via.

E poi ci venne suggerito: basta la distanza di un metro. Non servono le mascherine. Non ha senso metterle. E quando si ha il sospetto, che si fa? Vi dovete fidare dell’azienda, ci veniva risposto”.

Quanta confusione, una guerra persa in partenza se non fosse per il coraggio che infermieri, medici, oss mettono ogni giorno pur sapendo di non essere tutelati dalle proprie Aziende.

Continua Francesca: “Mi ricordo i tempi della Sars, lavoravamo con un protocollo severissimo, con le Ffp3, perché questa volta non è andata così? L’Iss dice che per l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) va bene la mascherina chirurgica. Ma l’Oms guarda al mondo. Ha in mente anche i Paesi molto più poveri di noi. Ma siccome di Ffp2 e Ffp3 non ce n’erano, l’Iss ha adottato quella chirurgica, ignorando le indicazioni del Cdc (i Centri per la prevenzione i controlli delle malattie con sede ad Atlanta) e dell’Ecdc (il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie). In seguito l’Iss ha rimosso queste linee e ha detto di usare i presidi più protettivi che comunque, ancora oggi, non ci sono per tutti”.

Abbiamo fatto tamponi con la chirurgica e basta, ora li eseguiamo con la Ffp2, i guanti e lo schermo protettivo. E questo nel giro di poche settimane. Adesso arriva anche materiale non professionale, senza marchio CE. Al Pronto soccorso sono sguarniti di protezioni adeguate. C’è chi si fa i calzari con i sacchi di immondizia.

Il nostro piano pandemico risale al 2009, la verità è che il nostro Servizio sanitario nazionale (Ssn) è bravissimo nel curare, ma non ha la cultura della prevenzione. Aspettiamo i danni e poi interveniamo. Esempio per il diabete meglio fare prevenzione che curalo è molto più economico. 

La Germania ha un piano pandemico del 2016 e la Spagna del 2006. I risultati di questi giorni parlano da soli. Non abbiamo scorte. Non abbiamo nulla di riserva”. Ma quando a gennaio qualcuno diceva che eravamo pronti… “Ma pronti a cosa? 

È stato un evento più grande di noi, è evidente. Ma la prevenzione è un altro fatto”. Vista la scarsità di materiale hanno sguarnito la periferia. È così che sono stati fatti più danni fuori dai contesti Covid, in quelli che avrebbero dovuto essere Covid free che invece si sono rivelati diffusori di Coronavirus.

Se un infermiere si azzardava a usare una Ffp2 veniva ripreso. Incredibile. Avremmo dovuto proteggere tutti pensando a un contesto di contagio e non presumendo il non contagio. Abbiamo fatto il contrario. 

I troppi contagiati e i decessi, tra il personale, dimostrano con chiarezza che qualcosa non ha funzionato”. Qualcuno pagherà e questo lo aggiungiamo noi della Pagina.

Abbiamo colleghi ricoverati in rianimazione, certo, abbiamo lavorato senza protezioni”.

Bisogna dire tante grazie alla gente e alle associazioni, per la solidarietà e la generosità. Ci hanno portato di tutto. Se abbiamo qualcosa è grazie a loro.

Non abbiamo ancora le cuffie. Non siamo autosufficienti e non abbiamo prodotti ottimali. In una parola: non siamo stati in grado di gestire l’emergenza. Va apprezzata la capacità di reazione di chi lavora in trincea.

Il nostro primario, il Dott. Praticò, ci ha sempre raccomandato le Ffp2, anche se era prescritto qualcosa di diverso. Come mai? Mi sarei aspettata che anche la direzione avesse detto lo stesso”.

Facciamo turni allucinanti, ma con lo stesso stipendio sproporzionato di sempre.

Tutti gli operatori in prima linea hanno dimostrato grande professionalità e dedizione. Molti sono arrabbiati perché hanno capito che siamo stati trattati come carne da macello. Per il personale delle pulizie che mantengono l’igiene assoluto niente mascherine. Se uno si azzarda a indossarne una viene ripreso. Da denuncia...manco nei paesi più poveri.

Nonostante tutto nessuno di noi si tira indietro ma abbiamo bisogno di sentirci protetti, sia nei presidi sia in chi ci guida dalla direzione.

Da parte delle Aziende ci vorrebbe umanità e umiltà, perché poi quando uno torna a casa si sente solo. “Solo con le proprie paure”.

LapaginadiNursingUp, intervsita denuncia di Francesca Batani, infermiera.