Infermieri in catene, oggi a Roma

Infermieri in catene, oggi a Roma

Oggi, mercoledì 18 settembre 2024, alle ore 11:00, una delegazione di infermieri si incatenerà simbolicamente a Piazza Castellani, nei pressi del Ministero della Salute, per consegnare un documento destinato al Ministro della Salute. Questo documento, già inviato a tutte le autorità competenti, tra cui il Presidente del Consiglio, il Ministro della Salute, la Prefettura, il Presidente delle Regioni, il Presidente dell’ARAN e il Presidente della FNOPI, esprime le esigenze di una categoria che chiede di essere ascoltata.

Perché le catene?
Le catene rappresentano una categoria professionale costretta in un comparto che non la rispecchia e che limita la sua libertà. Gli infermieri si chiedono perché i medici, a differenza loro, non siano nel comparto: la risposta comune è che i medici sono considerati dirigenti. Tuttavia, gli infermieri si vedono come "Quadri" e non come impiegati. L'impiegato esegue mansioni senza autonomia, mentre il Quadro assume responsabilità, rischi e agisce con autonomia, senza essere vincolato a un mansionario rigido. Il salario medio di un Quadro italiano è di circa 2.600 euro, ben lontano dalle retribuzioni attuali degli infermieri. È forse per questo che non vengono riconosciuti come tali?

Nonostante le condizioni meteorologiche avverse, una piccola delegazione di infermieri sono in piazza per cercare di spezzare queste catene simboliche che da troppo tempo appesantiscono la loro professione. Sempre più colleghi, così come molti studenti, lasciano una delle professioni più nobili e difficili al mondo, scoraggiati dalle condizioni lavorative ed economiche (imbarazzanti)

La percezione pubblica e politica della figura dell'infermiere è riduttiva: ci si immagina spesso che il loro lavoro consista solo nell’assistenza di base o nell'accompagnare i pazienti negli ultimi momenti di vita. Ma il lavoro degli infermieri va ben oltre: svolgono un ruolo cruciale nella prevenzione e nella gestione delle emergenze, intervenendo spesso prima che si verifichino situazioni critiche (emergenze, infezioni, morti). In molti casi, l’infermiere può arrivare a salvare una vita o evitare un’amputazione prima che il medico intervenga. Tuttavia, questi successi vengono spesso ignorati, con il merito che finisce per essere attribuito esclusivamente ai medici o alle strutture sanitarie.

Al momento, questa protesta non mira a destabilizzare il sistema, ma a sensibilizzare, facendo sì che la sanità italiana torni ad essere un modello di eccellenza internazionale, come quando era centralizzata. L'attuale frammentazione regionale ha portato a sprechi e a una crescita eccessiva del numero di dirigenti ben remunerati, spesso con premi di produttività sproporzionati.

Gli infermieri italiani chiedono semplicemente di ottenere gli stessi diritti e compensi dei loro colleghi europei, rivendicando con forza la loro dignità professionale.

La dimostrazione di oggi è guidata da Mirko Marzullo di Salerno e Barbara Mattei di Roma, due guerrieri, due professionisti che hanno deciso di agire in nome di una professione che amano profondamente, ma che vedono sempre più minacciata. Questa non sarà l'ultima protesta: sono già in programma altre manifestazioni in diverse città italiane, in attesa di autorizzazione.

Gli infermieri, l’esercito più numeroso, preparato e istruito del Paese, chiedono:

  • Stipendi allineati alla media OCSE

  • Indennità di esclusività o l'eliminazione del vincolo di esclusività (a scelta, come per i medici)

  • Riconoscimento della professione come usurante

  • Libertà di mobilità

  • Un contratto unico nazionale

  • Valorizzazione dei titoli e della meritocrazia, con opportunità di carriera e compensi adeguati

  • Abbiamo il diritto di essere pubblici ufficiali

  • Supporto per gli studenti infermieri fuori sede

Questa è solo una delle tante battaglie che verranno portate avanti. Gli infermieri sono pronti a unire le forze con altre categorie professionali se le loro richieste non verranno ascoltate.

Il vaso sta traboccando e non può più contenere altre gocce.

Un ringraziamento speciale va a Mirko, Barbara e a tutti i colleghi che stanno supportando questa causa. Colleghi, vi aspettiamo numerosi nel gruppo Facebook "Infermieri Fuori dal Comparto", dove avrete la possibilità di condividere le vostre idee e di contribuire a questo cambiamento con determinazione ed educazione.

Vincenzo Parisi