Il SSN collasserà in 5 anni: convergere subito in un solo sindacato, il Nursing Up
Entro i prossimi cinque anni, il sistema sanitario italiano
si avvia a un vero e proprio collasso.
Sempre più infermieri si dimettono, cercando opportunità all’estero o in altri settori, dove non si devono affrontare turni notturni, festivi, o rischiare malattie, denunce, e responsabilità enormi che, in condizioni di eccessiva stanchezza, possono avere conseguenze tragiche.
Il declino delle condizioni lavorative degli infermieri in Italia ha radici profonde. A partire dal blocco del turnover e dalla regionalizzazione della sanità, il sistema è stato gravemente indebolito, trasformando quello che un tempo era uno dei servizi sanitari più invidiati al mondo in un colabrodo che perde acqua da ogni lato.
Il blocco del turnover ha congelato il rinnovo della forza lavoro, lasciando in servizio personale con un'età media di 48,2 anni, di cui uno su quattro ha più di 55 anni. In altre professioni, i lavoratori di questa età vengono sollevati da mansioni fisicamente gravose, ma non è così nella sanità. Qui, i pochi infermieri rimasti devono far fronte a carichi di lavoro insostenibili e, anziché ricevere encomi, sono spesso scherniti dalla dirigenza e vittime di violenza da parte dei pazienti.
Con la regionalizzazione, il numero di dirigenti è aumentato in modo sproporzionato, accompagnato da stipendi elevati e generosi premi di produttività. Nel frattempo, il numero di infermieri e ostetriche è in costante e inesorabile diminuzione. Questo ha creato una situazione insostenibile, dove la burocrazia sembra essere più importante della cura e del benessere dei pazienti.
Negli ultimi vent'anni, circa 180.000 professionisti sanitari hanno lasciato l’Italia, portando con sé competenze inestimabili. Formare un medico costa allo Stato circa 150.000 euro, mentre formare un infermiere ne costa circa 22.500. In totale, l’Italia ha investito oltre 3,5 miliardi di euro in una forza lavoro che ora sta arricchendo i sistemi sanitari di altri Paesi.
Dal 2011 al 2021, in Italia sono stati chiusi 125 ospedali. Eppure, si prevede che nei prossimi anni il fabbisogno di infermieri raddoppierà. Le soluzioni del governo si sono rivelate inefficaci: reclutare personale dall'estero o creare figure ibride non risolverà il problema. Occorre rendere la professione infermieristica più attraente attraverso aumenti salariali, benefit, defiscalizzazioni e nuove assunzioni.
Nel resto d’Europa, gli stipendi degli infermieri variano tra i 2.500 e i 9.000 euro al mese, mentre in Italia sono ben al di sotto della media. Gli infermieri italiani devono affrontare un costo della vita sempre più alto, tra affitti, bollette e spese sanitarie. Molti di loro sono costretti a rinunciare a progetti di vita come mettere su famiglia o trasferirsi, e finiscono spesso per indebitarsi pur di arrivare a fine mese.
Un recente sondaggio condotto dal Nursing Up Emilia Romagna su oltre 3.000 infermieri ha rivelato che il 98,2% è insoddisfatto del proprio stipendio, e solo l’8% lavora in un ambiente sano. Il sovraccarico di lavoro, i turni massacranti e il burnout sono ormai la norma. A peggiorare la situazione è la mancanza di supporto psicologico, spingendo molti infermieri a pensare di abbandonare la professione.
Secondo il report “European Work-Life Balance 2023” di Remote, l’Italia è all’ultimo posto in Europa per equilibrio tra vita privata e lavoro. Anche rispetto a Paesi con economie più fragili, come Grecia e Portogallo, l’Italia si distingue per ore di lavoro eccessive, ferie inadeguate, stipendi bassi e un welfare debole. Questo deterioramento sta mettendo a rischio la salute mentale dei lavoratori, con il 46% degli italiani che si dichiara stressato.
Uno studio della School of Nursing dell'Università del Michigan ha evidenziato che il rischio di suicidio tra gli infermieri è doppio rispetto alla popolazione generale, con un tasso del 70% superiore rispetto ai medici. Anche il rischio di depressione e burnout è significativamente più alto, confermando l’urgenza di interventi sistemici.
La dirigenza deve capire che migliorare le condizioni degli infermieri è una questione di sopravvivenza per l’intero sistema sanitario. Ridurre il rapporto infermiere-pazienti a 1:6, migliorare l'ambiente di lavoro e riallineare gli stipendi alla media europea sono misure essenziali per ridurre il burnout e migliorare i risultati clinici. Riconoscere la professione infermieristica come usurante è altresì fondamentale per tutelare chi si prende cura della salute della popolazione.
Il Nursing Up, insieme ai maggiori sindacati dei medici, ha richiesto riforme indispensabili: stipendi allineati alla media OCSE, indennità di esclusività, riconoscimento della professione come usurante, libertà di mobilità e un contratto unico nazionale. Se queste richieste continueranno a essere ignorate, si prevede una mobilitazione senza precedenti, con una grande manifestazione fissata per il 20 novembre 2024 a Roma.
Il momento di agire è ora, per garantire un futuro dignitoso alla professione infermieristica, ma anche alle altre professioni, è necessario l'impegno della politica, della dirigenza e di ogni collega. Iniziamo a dare forza a un solo sindacato di categoria, il Nursing Up, l'ultimo baluardo per salvare il Servizio Sanitario Nazionale. Tienilo bene in mente, caro collega.
Responsabile sindacale Nursing Up Torino
Dott. Giovanni Mariano
LapaginadiNurisngUp
– Vincenzo Parisi