Daspo negli ospedali, il no deciso di medici e Nursing Up
La violenza contro il personale sanitario è una piaga che
affligge i nostri ospedali, una minaccia costante che mina la
serenità e la sicurezza di chi ogni giorno si dedica a salvare vite.
Per contrastare questo fenomeno dilagante, il governo ha deciso di
estendere l’applicazione del Daspo anche ai presidi sanitari
attraverso l’articolo 21 del Decreto Sicurezza, ampliando il Daspo
urbano per includere ospedali e ambulatori.
Il Nursing Up Emilia Romagna dice NO al Daspo negli ospedali: non possiamo negare l’assistenza, nemmeno a chi si macchia di violenze. Nessuno può essere privato del diritto alla salute, sancito dall’articolo 32 della Costituzione Italiana. Il Daspo rischia di trasformarsi in un pericoloso precedente, colpendo indiscriminatamente anche chi, pur avendo un comportamento inappropriato, potrebbe trovarsi in una situazione di vulnerabilità fisica o psicologica.
Nursing Up propone un approccio più incisivo: inasprire le pene per chi commette violenze contro il personale sanitario, specialmente se recidivo, e introdurre risarcimenti danni elevati a favore delle vittime, accompagnati dalla confisca dei beni dei responsabili fino al raggiungimento del risarcimento stabilito dal giudice. Le aziende, poi, si dovrebbero costituire parte civile a favore dei lavoratori, cosa che non fanno. Una sanzione efficace che punisce e scoraggia chi si rende protagonista di atti violenti.
Il Daspo negli ospedali è un passo falso più che
una vera soluzione: un tentativo estremo e mal calibrato di risolvere
un problema che richiede ben altro approccio.
Vincenzo Parisi