Congedo parentale
Il
congedo parentale è
un periodo di astensione facoltativa dal lavoro concesso ai genitori
per prendersi cura del bambino nei suoi primi anni di vita e
soddisfarne i suoi bisogni affettivi e relazionali.
Il congedo parentale spetta ai genitori, che siano in costanza di rapporto di lavoro, entro i primi 12 anni di vita del bambino per un periodo complessivo, tra i due genitori, non superiore a dieci mesi, elevabili a undici se il padre lavoratore si astiene dal lavoro per un periodo, continuativo o frazionato, di almeno tre mesi. I periodi di congedo parentale possono essere fruiti dai genitori anche contemporaneamente.
Nell'ambito
dei suddetti limiti complessivi, il diritto di astenersi dal lavoro
spetta:
alla madre lavoratrice dipendente per un periodo - continuativo o frazionato - di massimo sei mesi;
al padre lavoratore dipendente per un periodo - continuativo o frazionato - di massimo sei mesi, che possono diventare sette in caso di astensione dal lavoro per un periodo di almeno tre mesi;
al padre lavoratore dipendente, anche durante il periodo di astensione obbligatoria della madre (a partire dal giorno successivo al parto) e anche se la stessa non lavora;
al genitore solo (padre o madre) per un periodo continuativo o frazionato di massimo 11 mesi. L’articolo 32, comma 1, lettera c), del d.lgs. 151/2001 precisa che per genitore solo deve intendersi anche il genitore nei confronti del quale sia stato disposto, ai sensi dell’articolo 337-quater del Codice civile, l’affidamento esclusivo del figlio.
Ai lavoratori dipendenti che siano genitori adottivi o affidatari, il congedo parentale spetta con le stesse modalità descritte sopra.
In caso di parto, adozione o affidamento plurimi, il diritto al congedo parentale spetta alle stesse condizioni per ogni bambino.
La legge 24 dicembre 2012, n. 228 ha introdotto la possibilità di frazionare a ore il congedo parentale, rinviando, tuttavia, alla contrattazione collettiva di settore di stabilire le modalità di fruizione del congedo su base oraria, i relativi criteri di calcolo e l'equiparazione di un determinato monte ore alla singola giornata lavorativa.
Il decreto legislativo 15 giugno 2015, n. 80, attuativo della delega contenuta nel Jobs act, prevede che i genitori lavoratori dipendenti, in assenza di contrattazione collettiva, anche di livello aziendale, possano fruire del congedo parentale su base oraria per metà dell'orario medio giornaliero del periodo di paga quadrisettimanale o mensile immediatamente precedente quello di inizio del congedo parentale.
Ai genitori lavoratori dipendenti spetta:
un'indennità pari al 30% della retribuzione media giornaliera, calcolata in base alla retribuzione del mese precedente l'inizio del periodo di congedo, entro i 12 anni di età del bambino (o dall'ingresso in famiglia in caso di adozione o affidamento) e per un periodo massimo complessivo (madre e/o padre) di nove mesi, di cui:
-
alla madre spetta
un periodo indennizzabile di tre mesi, non
trasferibili all’altro genitore, da fruire entro il
dodicesimo anno di vita del bambino o dall’ingresso in famiglia
in caso di adozione o affidamento;
-
al padre spetta
un periodo indennizzabile di tre mesi, non
trasferibili all’altro genitore, fino al dodicesimo anno
di vita del bambino o dall’ingresso in famiglia in caso di
adozione o affidamento;
-
a entrambi
i genitori spetta, in alternativa tra loro,
un ulteriore periodo indennizzabile della durata
complessiva di tre mesi;
-
al genitore
solo sono riconosciuti nove mesi di
congedo parentale indennizzati al 30% della retribuzione;
per i periodi di congedo ulteriori rispetto ai nove mesi indennizzati, spetta un'indennità pari al 30% della retribuzione media giornaliera, solo se il reddito individuale del genitore richiedente è inferiore a 2,5 volte l'importo annuo del trattamento minimo di pensione.
PER APPROFONDIMENTI CLICCA QUICosa dice il nostro CCNL Sanità 2019-2021:
Art. 60
Congedi dei genitori
Al personale dipendente si applicano le vigenti disposizioni in materia di tutela e
sostegno della maternità e della paternità contenute nel D. Lgs. n. 151 del 2001,
come modificato e integrato dalle successive disposizioni di legge, con le
specificazioni di cui al presente articolo.
Nel periodo di congedo per maternità e per paternità di cui agli artt. 16, 17 e 28 del
D. Lgs. n. 151 del 2001, alla lavoratrice o al lavoratore spetta l’intera retribuzione
di cui all’art. 94, comma 2, lett. c) (Retribuzione e sue definizioni), inclusi i ratei
di tredicesima ove maturati, nonché i premi correlati alla performance secondo i
criteri previsti dalla contrattazione integrativa ed in relazione all’effettivo apporto
partecipativo del dipendente, con esclusione dei compensi per lavoro straordinario
e delle indennità per prestazioni disagiate, pericolose o dannose per la salute.
3. Nell’ambito del congedo parentale previsto, per ciascun figlio, dall’art. 32, comma
1 del D. Lgs. n. 151 del 2001, per le lavoratrici madri o in alternativa per i lavoratori
padri, i primi trenta giorni, computati complessivamente per entrambi i genitori e
fruibili anche frazionatamente, non riducono le ferie, sono valutati ai fini
dell’anzianità di servizio nonché della maturazione della tredicesima mensilità
e sono retribuiti per intero secondo quanto previsto dal comma 2.
4.
Successivamente al congedo per maternità o di paternità, di cui al comma 2 e fino
al terzo anno di vita del bambino (congedo per la malattia del figlio), nei casi
previsti dall’art. 47 del D. Lgs. n. 151 del 2001, alle lavoratrici madri ed ai
lavoratori padri sono riconosciuti trenta giorni per ciascun anno, computati
complessivamente per entrambi i genitori, di assenza retribuita secondo le modalità
di cui al comma 2.
I periodi di assenza di cui ai commi 3 e 4, nel caso di fruizione continuativa,
comprendono anche gli eventuali giorni festivi che ricadano all’interno degli stessi.
Tale modalità di computo trova applicazione anche nel caso di fruizione frazionata,
ove i diversi periodi di assenza non siano intervallati dal ritorno al lavoro del
lavoratore o della lavoratrice.
6. Ai fini della fruizione, anche frazionata, dei periodi di congedo parentale, ai sensi
dell’art. 32 del D.Lgs. n. 151 del 2001, la lavoratrice madre o il lavoratore padre
presentano la relativa domanda, con la indicazione della durata, all’ufficio di
appartenenza, almeno cinque giorni prima della data di decorrenza del periodo di
astensione.
La domanda può essere inviata anche a mezzo di raccomandata con
avviso di ricevimento o altro strumento telematico idoneo a garantire la certezza
dell’invio nel rispetto del suddetto del suddetto termine minimo.
Tale disciplina
trova applicazione anche nel caso di proroga dell’originario periodo di astensione.
7. In presenza di particolari e comprovate situazioni personali che rendono
oggettivamente impossibile il rispetto della disciplina di cui al comma 6, la
domanda può essere presentata entro le quarantotto ore precedenti l’inizio del
periodo di astensione dal lavoro.
