Allarme salute mentale in Italia e nel mondo. Studio Lancet.

Allarme salute mentale in Italia e nel mondo. Studio Lancet.

Covid e disagio psichico, in particolare tra donne, giovani e bambini.

Studio Lancet:

- 53 milioni di casi in più di depressione

- 76 milioni di casi in più di disturbi d’ansia

Delle conseguenze che avrebbe avuto la pandemia, lo avevamo sottolineato piu' di un anno fa, con un precedente articolo.

Conseguenze devastanti non solo sulla salute mentale di chi andrebbe protetto (giovani, bambini e donne), ma anche un danno economico di non poco conto. 

I piu’ colpiti I bambini, mentre un giovane su 4 ha dichiarato di aver aumentato l’uso di sostanze per far fronte allo stress da Covid, in forte aumento anche I suicidi.

Secondo Save the Children l’83% dei bambini avverte un aumento di sentimenti negativi, punte piu’ alte nei paesi con redditi inferiori, quelli che vivono in aree densamente piu’ popolate.

Causa pandemia e lockdown, risulta, da vari studi, che il 50% della popolazione italiana ha disturbi del sonno. E’ stato Giuseppe Plazzi, presidente dell’Associazione Italiana di Medicina del Sonno (AIMS) e Direttore del Centro per lo Studio e la Cura dei Disturbi del Sonno all’Ospedale Bellaria di Bologna, ad esporre l’argomento al Congresso della Società italiana di Neurologia, facendo riferimento a due diversi lavori pubblicati sulle riviste The Lancet Psychiatry e Jama Open.

Da un ampio studio italiano, coordinato dall’Università di Parma e pubblicato sulla rivista Frontiers of Psychology, è emerso che il 55.3% dei seimila casi indagati lamentava una ridotta qualità del sonno: i maggiori sintomi con il quale il disturbo si manifesta sono il ritardo ad addormentarsi, frequenti risvegli durante la notte e l’esperienza di sogni poco piacevoli; ad accusare di più tali disturbi sono stati donne e bambini.

17 milioni gli italiani che soffrono di disturbi mentali (nel mondo 450milioni). L'incidenza è passata, nella popolazione, dal 6 al 32%.

3 milioni di persone a rischio salute mentale in Italia (dati Istat), in risposta si investe molto poco.

L’Oms ha lanciato l’allarme: bisogna fare prevenzione.

Prevenzione significa investire nel breve periodo per poi risparmiare nel lungo termine.

La politica ha grandi responsabilità, e grandi colpe, soprattutto davanti agli ultimissimi fatti di cronaca che potevano essere evitati con una prevenzione adeguata.

Lunghissima è l’attesa per una valutazione psichiatrica, i professionisti fanno il massimo, mancano fondi, mezzi, strutture e numeri.

Un idea potrebbe essere quella di ricorrere ai fondi del Recovery plan e quadruplicare gli stanziamenti.

Troppi non riescono ad accedere ai servizi, o aspettano per troppi mesi.

Attesa che peserà negativamente sulla salute mentale che tende ad aggravarsi quando non si interviene subito, la prevenzione è vitale.

L'incidenza dei sintomi depressivi è quintuplicata.

La prevenzione farebbe risparmiare nel lungo tempo milioni di euro.

Se la classe politica non capisce questo, ci dispiace dirlo, ma è una classe politica che dovrebbe farsi da parte, per il bene del paese.

L'Organizzazione mondiale della sanità ha segnalato l’aumento delle psicopatologie, dei disturbi psico-sociali e l’aumento del rischio suicidio.

In tutto il mondo dichiarati 700.000 suicidi nel 2019, in Italia più di 4.000 casi

In Italia il rapporto dell’Oms segnala un tasso medio di 6.7 casi ogni 100.000 abitanti che in realtà varia da zona a zona del paese.

In Italia, e questo è un parere personale dello scrivente (Vincenzo Parisi), si fa troppo poco, soprattutto per i minori.

Come possiamo fare prevenzione quando non si può avere un accesso nel pubblico se non quando il problema e’ gia’ fortemente evidente? Autolesionismo, abbandono scolastico oltre le due settimane, problemi alimentari, tentato suicidio, etc.

Se una famiglia segnala un piccolo sintomo, magari non ancora grave, deve aspettare perchè ci sono casi più gravi?

Andrebbe attivato e poi potenziato un servizio psicologo scolastico, magari anche un infermiere scolastico che potrebbero insieme monitorare la salute mentale dei bambini. Oppure nello stesso studio di un pediatria di famiglia inserire uno psicologo.

Futuristico sarebbe collegare il pediatra di ogni bambino con l’eventuale infermeria e/o studio psicologo della scuola...ma questa sarebbe avanguardia, la nostra politica non e’ pronta, di solito si fermano agli annunci.

L'infermiere poi nelle scuole potrebbe anche fare educazione sanitaria (consigli sull'alimentazione, il lavaggio delle mani, etc) oltre ad altre centinaia di cose che solo un infermiere potrebbe fare, come intervenire in un eventuale incidente ( taglio, soffocamento, etc), gestione farmaci, allergie, pediculosi, etc etc), magari tutto sincronizzato via internet con i vari pediatri di base (fantascienza?).

Se vogliamo una nazione sana, bisognerà investire sul serio nella prevenzione, invece che continuare a investire in armi, aerei, banche, etc.

Qualcuno potrebbe consigliare di fare prevenzione andando da uno psicologo in privato, vero, ma non tutte le famiglie, in Italia, possono permettersi uno psicologo o psichiatra privato con gli stipendi che ci ritroviamo, 800-1500 al mese, per non parlare poi della pressione fiscale.

Quindi, o si investe sul serio nella prevenzione o tra qualche anno leggeremo una statistica Istat peggiore di quella sotto:

ISTAT rischio suicidio:

77,9% UOMINI 22,1% DONNE.
65 anni e più 35%
45-64 anni 37%
25-44 anni 23%
fino a 24 anni 5%
Bisogna allarmarsi e segnalare, quando sentiamo qualcuno dire di voler morire, di sentirsi senza speranza, di sentire una voce in testa, di sentirsi come non avere uno scopo e di non farcela, di sentirsi in trappola, di provare un dolore insopportabile, di essere un peso per gli altri.
"Se qualcuno che conosci mostra segni premonitori di suicidio, non lasciarlo solo, rimuovi ciò che potrebbe essere utilizzato per il gesto e chiedi aiuto a un medico o a un professionista della salute mentale.".

La professione più colpita dal rischio suicidio? Gli infermieri.

Il rischio di suicidio dell’infermiere è doppio rispetto alla popolazione generale e ben il 70% in più rispetto al medico (Secondo uno studio fatto dai ricercatori della School of Nursing dell’Università del Michigan)

Sempre secondo lo studio emerge anche che il personale infermieristico, rispetto alla popolazione generale ha il 90% di probabilità in più di avere problemi sul posto di lavoro e il 20-30% di probabilità in più di soffrire di depressione.

I fondi stanziati per la salute mentale in Italia sono tra le 4 alle 8 volte in meno rispetto ai paesi Ocse.

Questo lascia intedere quanto hanno a cuore, i nostri politici, la salute mentale dei nostri bambini e del Paese in generale.

Insomma, il famoso detto degli Antichi Romani, Mens sana in corpore sano, non e’ stato percepito.

LapaginadiNursingUp

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