ALLARME DPI OSPEDALE FERRARA.

ALLARME DPI OSPEDALE FERRARA.

Cesena, 15/03/2020

Alla Cortese Attenzione
Direttore Generale
Dott. T.Carradori
Direttore Sanitario
Dott. E. Di Ruscio
Direttore Direzione delle Professioni
dott. M.Taglioni
Medicina del Lavoro
Dott.ssa De Paris
Ai R.L.S


Gent.mi, con la presente la scrivente organizzazione sindacale è a richiedere con forza una rapida revisione del vostro ultimo documento “ISTRUZIONE SUL CORRETTO USO DEI DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALI (DPI) NELL’EMERGENZA COVID19”. Il punto focale che ci allarma e trova in forte disaccordo riguarda la distinzione del tipo di mascherine identificata per erogare assistenza a pazienti sospetti o accertati. Riteniamo assolutamente che tutti gli operatori a contatto con la suddetta tipologia di assistito debbano necessariamente proteggersi con filtranti facciali FFP3 e non con presidi dalla capacità di filtrazione inferiore, a prescindere dalla prestazione che stanno erogando. Troviamo inaccettabile la distinzione in base al tipo di prestazione erogata. Non è possibile ritenere che tutto ciò che scientificamente vero fino a ieri, oggi non sia più valido, esclusivamente in funzione della difficoltà di reperimento dei presidi. A tale proposito si sollecita la fornitura di tute idrorepellenti integrali. Si sottolinea inoltre come quanto da noi richiesto sia attualmente in vigore in moltissime aziende ritenute all’avanguardia nella gestione dell’emergenza in questione.

Siamo in oltre a richiedere:
• che presso tutti i reparti adibiti alla cura di casi COVID+ siano dotati al loro interno: di una zona filtro che consenta la vestizione e svestizione del personale e la doccia senza dover accedere allo spogliatoio centralizzato e di servizi igienici interni riservati al personale

• che all’interno dei reparti adibiti alla cura di casi COVID+ non vengano ritenute “pulite” zone aperte ed alle quale il personale accede vestendosi e svestendoni innumerevoli volte durante il turno e che vedono il transito di altri operatori che poi prestano servizio al di fuori della stessa UO (vedi postazione lavoro infermieri terapi intensiva universitaria, e ospedaliera). I reparti COVID devono essere considerati contaminati nella loro totalità per la intrinseca natura dell’infezione e delle sue modalità di trasmissione e allo stato attuale così non è. Si ritiene per altro che in queste unità di cura debba essere interdetto l’accesso ai visitatori se non in casi limite.

• Che venga implementatala fornitura presso tutte le unità operative di guanti non sterili lunghi (indispensabili per la vestizione) e che risultano ancora non essere a disposizione di tutti.

• Che come già richiesto in precedenza TUTTI gli operatori vengano messi in condizione di poter cambiare la divisa come minimo una volta per turno e alla necessita. Allo stato attuale è impossibile poichè la dotazione non ruota con la necessaria rapidità; si richiede anche in proposito che chi lavora in reparti COVID+ sia dotato di doppio paio di calzature. Che il personale venga sensibilizzato al corretto utilizzo della divisa evitando il più possibile effetti personali quali felpe personali, zaini borse varie ecc.

• Che presso tutta la struttura ospedaliera venga interdetto l’ingresso ai visitatori sprovvisti di mascherina chirurgica, dal momento che non si è in grado di fornirla da parte dell’azienda. Che i visitatori, il più possibile limitati nel numero e nel tempo di permanenza, siano messi
in condizione di eseguire corretta igiene delle mani, ed obbligati a farlo, prima di accedere alle UO e all’uscita dalle stesse.

• Che chiunque si sposti all’interno dell’azienda lo faccia indossando una mascherina chirurgica (correttamente indossata), a prescindere dal titolo con il quale lo sta facendo.

• Che vengano messe in campo tutte le possibili azioni organizzative (creazione di nuovi reparti occupando spazi ad altro attualmente adibiti) per consentire la gestione in stanza singola di tutti i casi sospetti e potenziali.

• Che in tutte le aree ove possibile (sale attesa, corridoi etc.) sia assicurata continua aerazione dall’esterno ponendo le finestre di cui la struttura è ricca in apertura a vasistas. A supporto di questo sono facilmente reperibili evidenze che spiegano l’abbattimento dei contagi anche fino al 20%.

• Che venga istituito un servizio continuativo, almeno diurno, da parte della ditta che eroga il servizio di pulizie di sanificazione di maniglie, tastiere ed ascensori.

• Che si provveda alla predisposizione di spazi idonei, eventualmente anche esterni all’azienda, ad accogliere lavoratori che per condizioni famigliari particolari, non siano in condizione di tornare al proprio domicilio tra un turno ed il successivo ed abbiano necessità di isolamento volontario. Se a tal proposito l’azienda non ritiene di essere in grado di fare fronte alla richiesta si chiede che si faccia portatrice dell’istanza alla Protezione Civile al fine di trovare quanto prima una soluzione. Non è pensabile esporre i propri famigliari, magari soggetti particolarmente a rischio, per età o patologie a possibile contagio.

• Che si attivi , come avviene in altre aziende, la prassi di sottoporre a tampone diagnostico per COVID-19 tutto il personale che entra in contatto con casi sospetti/accertati, aprescindere dalla comparsa di sintomatologie più o meno specifiche, e che si disponga per questi l’isolamento domiciliare. Allo stato attuale ci risulta non siano stati disposti accertamenti diagnostici nemmeno per personale esposto e sintomatico.

• Che venga ripristinato il servizio di mensa di reparto (pranzo e cena) per il personale dei reparti, che consente di ordinare il pasto direttamente presso l’unità operativa.


Francesca Batani
Consigliere Regionale Nursing Up Emilia Romagna