8 aprile sciopero dei professionisti sanitari più 6 giorni di sciopero dello straordinario
NUOVA SBERLA DEI MINISTRI BRUNETTA E SPERANZA AGLI INFERMIERI e
PROFESSIONISTI DELLA SALUTE, MENTRE LE REGIONI RESTANO IN SILENZIO
Per i sanitari non ci sono mai soldi, ORA BASTA.
Il giorno 8 di aprile 2022: si fermeranno gli infermieri e tutto il personale sanitario non medico. (CLICCA PER SAPERE COME SI SCIOPERA)
Proclamato anche 6
GIORNI DI SCIOPERO DELLO STRAORDINARIO (dal giorno 8 al giorno 13 di aprile), con interruzione delle attività di supporto alla libera
professione, delle prestazioni rese al di fuori del normale orario di
lavoro e rientri in servizio.
DICIAMO NO ai 26 centesimi "lordi" in più, per ogni ora di indennità di lavoro notturno.
Diciamo NO ai poco meno di 1 euro di aumento per quella di pronta
disponibilità. Una continua vessazione delle nostre funzioni, con
aziende che ci costringono a svolgere attività che non ci spettano,
sino a vere e proprie condizioni di demansionamento!
Non possiamo e non
vogliamo tacere, per questa ragione, e come avevamo promesso,
scenderemo di nuovo nelle piazze!
Lo sanno, il
Governatore Fedriga, il Ministro Speranza ed il Ministro Brunetta,
come vengono trattati gli infermieri italiani? Lo sanno che la loro
esperienza, la loro anzianità di servizio vale poco o nulla, e che
mentre ad altre categorie della dirigenza sanitaria, vengono
attribuiti automaticamente incarichi dopo un certo periodo di
servizio, per tutti gli altri professionisti sanitari del comparto,
se non si prendono subito in considerazione le proposte che abbiamo
avanzato, questo riconoscimento continuerà a rappresentare pura
utopia?
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Sanno, per caso, a
quanto ammonta quel lauto riconoscimento (indennità infermieristica)
che abbiamo ottenuto scioperando e manifestando a novembre di un anno
fa? Probabilmente non più di tre euro al giorno, e per di più
lordi. Semplicemente vergognoso!
E nel nostro triste
carnet non possiamo non menzionare le violenze che subiamo ogni
giorno negli ospedali, fisiche e psicologiche, quelle che abbiamo
denunciato a gran voce, supportate dalla solidità delle nostre
indagini e asseverate da altri autorevoli report, chiedendo il
ripristino dei presidi di pubblica sicurezza, e ottenendo in cambio
l’indifferenza e l’inutilità di leggi inefficaci. Solo poche
settimane or sono a una collega di Roma è stata asportata una
falange con un morso. Chi la risarcirà per tutto questo? E ancora i
turni massacranti, il precariato dilagante e uno stipendio che ci
vede tra le categorie sanitarie più bistrattate d’Europa,
nonostante rappresentiamo, alla luce dell’esperienza maturata sul
campo e del nostro percorso di studi, il fulcro delle professionalità
del Vecchio Continente, da cui attingere a piene mani da parte di
Paesi dove le retribuzioni e le possibilità di carriera sono lontane
anni luce dal nostro triste modus operandi.
E’ davvero questo
il degno riconoscimento che gli infermieri italiani e gli altri
professionisti meritano dopo mesi e mesi di battaglie, con più di
183 mila professionisti infettati, per non parlare nemmeno di quelli
che ci hanno lasciato definitivamente abbracciando i doveri del
proprio lavoro nelle corsie degli ospedali? E’ davvero questa la
risposta del Governo e delle Regioni al percorso di valorizzazione
che abbiamo chiesto da tempo a gran voce?
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Sono questi i tristi
contorni del quadro, del desolante micro mondo, decisamente a tinte
fosche, nel quale ci ritroviamo intrappolati. Siamo prigionieri di un
tunnel, all’apparenza senza uscita! Ma non possono farci tacere,
non possono pretendere, sulla nostra pelle, di disegnare per noi un
presente e un futuro che non sono neanche degni di tal nome.
Incroceremo le braccia, assieme a tutti i colleghi delle altre
professioni sanitarie che con noi rivendicano i loro diritti, questa
volta non con una semplice giornata di sciopero, ma con una
astensione estesa allo straordinario, alle attività di supporto alla
libera professione, alle prestazioni rese al di fuori del normale orario di lavoro e ai rientri in servizio. Siamo stanchi. Non
ci sono ulteriori prove di appello! Non ne vogliamo più concedere!
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Vogliamo aumenti dignitosi, non siamo inferiori ai nostri colleghi europei, eppure i nostri stipendi sono sproporzionati al costo della vita, ai rischi e alle responsabilità’.
Chiediamo che le
mobilita’ vengano liberate, che le graduatorie vengano portate a
termine e che non ci siamo più’ precariato. Possibile che con una
tale carenza di personale infermieristico e di supporto, esista il
precariato? (CLICCA PER SAPERE COME SI SCIOPERA)
Poi chiediamo:
Un‘area
contrattuale infermieristica e per le altre professioni sanitarie che
riconosca peculiarità, competenza e indispensabilità ormai evidenti
di categorie che rappresentano oltre il 52% delle forze del Servizio
sanitario nazionale e che, assieme alle altre professioni sanitarie
non mediche raggiungono oltre il 76% degli organici delle professioni
sanitarie.
Una congrua
integrazione dell’ ”indennità di specificità infermieristica“
e di quella “di tutela del malato e di promozione della salute”, di cui all’articolo 1), commi. 409 e 410 della Legge n. 178/2020.
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Adozione di
specifiche disposizioni per una reale attività di contrasto della
violenza verso gli infermieri nei luoghi di lavoro, aberrazione che
ormai ha raggiunto l’acme nelle strutture sanitarie pubbliche, da
realizzarsi anche attraverso l’introduzione di presidi di vigilanza
da parte delle forze dell’ordine e/o strutture private, oltre al
costante monitoraggio e prevenzione di tali fatti che mettono in
pericolo l’incolumità psicofisica degli interessati.
Risorse economiche
sufficienti e idonee direttive all’ARAN, per garantire il
riconoscimento e valorizzazione sul piano economico le profonde
differenze tra le professioni sanitarie ex legge 42/1999 e le altre
professioni che svolgono attività funzionali e/o strumentali nel
comparto pubblico della Salute, differenza sempre esistite, ma rese
ancora più evidenti da COVID-19.
Immediato
adeguamento delle dotazioni organiche del personale operante nella
generalità dei presidi ospedalieri e sul territorio. Aggiornamento
altrettanto immediato della programmazione degli accessi universitari, perché gli infermieri attuali non bastano, ne mancano ormai tra 80
mila e 100 mila , ma gli Atenei puntano ogni anno al ribasso (CLICCA PER SAPERE COME SI SCIOPERA)
Immediata modifica
del comma 464-bis , introdotto con l’articolo 20 del DL n. 41 del
22 marzo 2021. Convertito in legge del 21 maggio 2021, n 69,
garantendo che agli infermieri e al personale delle altre
professioni sanitarie di cui alla legge n 42/1999, che intrattengono
un rapporto di dipendenza con gli Enti e/o le strutture del SSN,
venga garantito, al pari degli altri professionisti sanitari
laureati, l’estensione dell’avvenuta la rimozione del vincolo di
esclusività non solo per l’effettuazione delle vaccinazioni, ma a
tutto l’alveo delle attività di loro competenza
Direttive e risorse finalizzate a sostenere l’aggiornamento professionale dei professionisti del comparto, riduzione del debito orario settimanale degli stessi (orario di servizio) pari ad almeno 4 ore settimanali, da utilizzare per le attività di aggiornamento, come già avviene per i medici. Direttive e nuove risorse finalizzate all’immediato e stabile riconoscimento degli infermieri specialisti e gli esperti in applicazione della Legge 43/06,e per la valorizzazione economico giuridica della funzione di coordinamento , valorizzazione delle competenze cliniche e gestionali degli interessati. (CLICCA PER SAPERE COME SI SCIOPERA)

