1,3 milioni di euro? Una goccia nel mare

1,3 milioni di euro? Una goccia nel mare

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L'accordo siglato tra la Commissione Europea e l'OMS per contrastare la carenza di infermieri in Europa sembra un passo avanti, ma a un'analisi più attenta si rivela un palliativo insufficiente.

1,3 milioni di euro stanziati per aiutare gli stati membri dell’UE per un periodo di 30/36 mesi, un problema così complesso e radicato sono solo una goccia nel mare rispetto alle reali esigenze dei sistemi sanitari nazionali.

Cosa prevede l'accordo e perché non basta?

L'accordo punta a finanziare progetti di reclutamento, programmi di tutoraggio e valutazioni d'impatto sulla forza lavoro infermieristica. Sono iniziative lodevoli, in teoria, ma che non affrontano il cuore del problema: gli stipendi e le condizioni di lavoro degli infermieri.

Stipendi troppo bassi, gli infermieri sono sottopagati e sottovalutati soprattutto in Italia. Un aumento significativo degli stipendi sarebbe il primo passo concreto per rendere la professione più attrattiva e trattenere i professionisti nei loro Paesi.

Carichi di lavoro eccessivi, gli infermieri sono spesso costretti a lavorare in condizioni di sovraffaticamento, con turni massacranti e carenza di personale. Questo li porta a burnout e a cercare opportunità migliori all'estero.

Mancanza di riconoscimento, la professione infermieristica (e nemmeno le altre professioni sanitarie a dire il vero) non è valorizzata come dovrebbe. Gli infermieri sono la spina dorsale dei sistemi sanitari, ma spesso si sentono sottovalutati e poco considerati.

I numeri parlano chiaro, la carenza di infermieri è un problema diffuso in tutta Europa, con una grande disparità tra i diversi Paesi. In Italia, ad esempio, il livello di tensione lavorativa per gli infermieri è al 61%, il doppio della media UE, e secondo un sondaggio del Nursing Up Emilia Romagna, il 98,2% dei colleghi intervenuti, circa 3000, non è soddisfatto dello stipendio reputandolo imbarazzante.

Per affrontare efficacemente la carenza di infermieri è necessario un approccio multiforme che comprenda:

  • Stipendi nella media OCSE

  • Condizioni di lavoro più umane.

  • Riconoscimento della professione usurante

  • Valorizzazione della professione e della formazione

  • Indennità di esclusività (come già avviene per i medici)

  • Mobilità libero

  • Aiutare economicamente gli studenti fuori sede

  • Contratto unico nazionale, basta infermieri di serie A e B

I denari stanziati dall'UE sono una goccia nel mare rispetto alle risorse necessarie per risolvere il problema della carenza di infermieri. Fondamentale è investire in modo massiccio nella valorizzazione della professione infermieristica e nel miglioramento delle condizioni di lavoro. Solo così potremo attrarre e trattenere i professionisti di cui abbiamo bisogno. Meno guerra e più sanità.

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