1 miliardo di persone soffre di disturbi mentali
La Commissione di The Lancet ha rilevato che nel mondo 1 persona su 8 soffre di disturbi mentali e che stigma e discriminazioni hanno effetti deleteri e gravi. La quota sale a 1 su 7 nella fascia di età tra i 10 e i 19 anni.Sicuramente la pandemia ha peggiorato una situazione già critica dovuta a scarso investimento e interesse da parte della politica mondiale.
Per la salute mentale si spende nel mondo solo il 2 per cento della spesa sanitaria totale, mentre i fondi stanziati per la salute mentale in Italia sono tra le 4 alle 8 volte in meno rispetto ai paesi Ocse.
Una vera piaga a cui pare non interessare nessuno.
Lunghissima è l’attesa per una valutazione psichiatrica, i professionisti fanno il massimo, ma mancano fondi, mezzi, strutture e numeri.
Dopo la pandemia l'incidenza dei sintomi depressivi è quintuplicata, è passata dal 6 al 32%.
Stigma e discriminazione hanno effetti gravi e deleteri, maggiormente sulle persone con disturbi mentali, se poi si aggiungono l'esclusione sociale, l'accesso all'assistenza sanitaria e le opportunità di istruzione e lavoro, la situazione precipita. In tutto il mondo dichiarati 700.000 suicidi nel 2019, in Italia più di 4.000 casi ISTAT rischio suicidio:
77,9% UOMINI 22,1% DONNE.
65 anni e più 35%
45-64 anni 37%
25-44 anni 23%
fino a 24 anni 5%
Bisogna allarmarsi e segnalare, quando sentiamo qualcuno dire di voler morire, di sentirsi senza speranza, di sentire una voce in testa, di sentirsi come non avere uno scopo e di non farcela, di sentirsi in trappola, di provare un dolore insopportabile, di essere un peso per gli altri.Se qualcuno che conosci mostra segni premonitori di suicidio, non lasciarlo solo, rimuovi ciò che potrebbe essere utilizzato per il gesto e chiedi aiuto a un medico o a un professionista della salute mentale."
La professione più colpita dal rischio suicidio? Gli infermieri.
Il rischio di suicidio dell’infermiere è doppio rispetto alla popolazione generale e ben il 70% in più rispetto al medico (Secondo uno studio fatto dai ricercatori della School of Nursing dell’Università del Michigan)Sempre secondo lo studio emerge anche che il personale infermieristico, rispetto alla popolazione generale ha il 90% di probabilità in più di avere problemi sul posto di lavoro e il 20-30% di probabilità in più di soffrire di depressione.
Se una famiglia segnala un piccolo sintomo, magari non ancora grave, deve aspettare perchè ci sono casi più gravi? Andrebbe attivato e poi potenziato un servizio psicologo scolastico, magari anche un infermiere scolastico che potrebbero insieme monitorare la salute mentale dei bambini.Oppure nello stesso studio di un pediatria di famiglia inserire uno psicologo.Futuristico sarebbe collegare il pediatra di ogni bambino con l’eventuale infermeria e/o studio psicologo della scuola...ma questa sarebbe avanguardia, la nostra politica non e’ pronta, di solito si fermano agli annunci.
L'infermiere poi nelle scuole potrebbe anche fare educazione sanitaria (consigli sull'alimentazione, il lavaggio delle mani, etc) oltre ad altre centinaia di cose che solo un infermiere potrebbe fare, come intervenire in un eventuale incidente (taglio, soffocamento, etc), gestione farmaci, allergie, pediculosi, etc etc), magari tutto sincronizzato via internet con i vari pediatri di base (fantascienza?).
Se vogliamo una nazione sana, bisognerà investire sul serio nella prevenzione, invece che continuare a investire in armi, aerei, banche, etc.Qualcuno potrebbe consigliare di fare prevenzione andando da uno psicologo in privato, vero, ma non tutte le famiglie, in Italia, possono permettersi uno psicologo o psichiatra privato con gli stipendi che ci ritroviamo, 800-1500 al mese, per non parlare poi della pressione fiscale.